Rutonio 106, isotopo radioattivo, nell’aria. Che ci fa? Da dove arriva e, soprattutto con quali conseguenze? Una nuova Chernobyl?

Austria, Repubblica Ceca, Svizzera, Polonia, Norvegia, Svezia e infine Italia: sono i paesi dove, tra fine settembre e primi giorni di ottobre, si è registrata l’anomala presenza nell’aria di Rutonio 106 facendo pensare ad una nuova Chernobyl con le conseguenze sulla salute umana e sull’ambiente che 31 anni fa hanno cambiato la storia dell’umanità (all’epoca avviata verso una sempre più intensa produzione di energia nucleare).

Nulla di tutto questo, dicono gli esperti. Assolutamente escluso un incidente in qualche centrale nucleare tra le tante ancora presenti in Europa e soprattutto in quella Russia che per diversi giorni coprì di silenzio quanto avvenuto a Chernobyl con quella fuga radioattiva trasformata in una nube che il vento spingeva verso i nostri cieli. Un’ipotesi del genere dovrebbe evidenziare nei rilievi la presenza di molti altri componenti come il cesio 137 o lo stronzio 90 invece assenti.

Nessun allarmismo dunque e timori da parte di alcune fonti informative che sembrerebbero del tutto ingiustificati come per esempio quanto scritto dal sito Centro Medico Italiano (“fuga nucleare sull’Europa” e “radioattività elevata sull’Italia“) o da Libero Quotidiano (“Piemonte, Lombardia, aria radioattiva rutenio 106 europa est rischi salute“).

Pure da escludere che la causa possa ricondursi ai recenti esperimenti nucleari nord coreani per cui, considerando che il rutenio viene in particolare utilizzato in radioterapia per il trattamento di alcuni tumori oculari ovvero negli impianti di produzione dei combustibili nucleari destinati ai satelliti, non resta che pensare ad una piccola fuga radioattiva avvenuta in uno stabilimento che tratta rutenio a scopo sanitario oppure ad un piccolo incidente nella fase di lancio di un satellite.

Non a caso, nel giro di pochi giorni i rilievi della sostanza sono andati calando e comunque non hanno mai raggiunto soglie di pericolosità.

Quel che ancora una volta ci rende diffidenti (e ci conforta nel giudizio negativo nei confronti della tematica nucleare) è appunto il velo di silenzio e di omertà che immediatamente viene alzato intorno ad ogni grande o piccolo incidente che venga emergendo: tanto che si tratti di una tragedia immane come a Chernobyl o a Fukushima oppure di un’insolita (ma non dannosa) presenza di sostanza radioattiva nell’aria.

 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.