“Il re dei giochi”, romanzo di Marco Malvaldi, Sellerio editore Palermo

Rieccoci a Pineta, tranquillo paesino sul litorale nei pressi di Pisa. Di nuovo al Bar Lume, il locale di Massimo, il ‘barrista’, toscanaccio verace alle prese con i quattro vecchietti (tra i quali il nonno, Ampelio) che usano passare il tempo nella stanza dei giochi dove è arrivato appunto il re dei giochi, il biliardo. La (triste) novità del giorno, un gravissimo incidente stradale nel quale ha perso la vita un ragazzino mentre la madre è in coma profondo. Sono gli eredi di un ricchissimo costruttore ma la madre è anche la segretaria di un uomo politico impegnato nella campagna elettorale e, ovviamente, il pettegolezzo all’ombra della macchina del caffè espresso, della Coca e del gelato alla panna, regna sovrano. Ma un incidente alla fine è pur sempre un ‘semplice’ incidente e le chiacchiere finiscono velocemente anche per intervento dell’ispettore della Polizia che, di chiacchiere non ne vuol sentir parlare e di quei vecchietti ne ha proprio abbastanza. Ma attenzione: la signora muore e sembra proprio un maldestro omicidio. Insomma, dalla farsa comica passiamo all’intreccio del noir, dall’umore ridanciano e popolaresco alla possibilità di diventare protagonisti per l’Ampelio, l’intellettuale Aldo, il Rimediotti pensionato di destra, il Del Tacca impiegato comunale. E Massimo, il nipote di Ampelio? Per ritrovare la pace altrimenti persa nel bar, non può far altro che trasformarsi in solutore del mistero. In altre parole un Malvaldi in gran spolvero tutto da leggere.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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