Quando gli emigranti eravamo noi: a Borgo FaxHall un racconto che a/traversato il mar

Continuano gli incontri del “mercoledi ci PIACE alla Galleria Borgo FaxHall nella sede dell’associazione ‘Piacenza Cultura e Sport’. Lo scorso appuntamento con il racconto di Claudio Arzani “Maria Florencia” contenuto nell’antologia ‘Un arco nel portaombrelli‘ voluta e realizzata da Fabio Martini, genovese d’origini. Natali per Fabio dunque in quella Genova che, ad inizio del secolo scorso, vedeva partire tanti bastimenti dal porto con destinazione Lamerica, come allora gli emigranti chiamavano la terra d’oltroceano, la terra del sogno di un futuro negato in patria, nel BelPaese.

Interessante occasione per esaminare un fenomeno che da sempre ci coinvolge: fin dal medioevo quando già da allora attraversavamo le Alpi per cercare fortuna in Francia, Belgio, Germania, Austria, Svizzera, Inghilterra. Caratteristico il periodo tra settecento e ottocento degli orsanti e dei saltimbanchi che partendo dalle valli del parmigiano girarono visitando le corti principali d’Europa veri e propri antesignani dei circensi. In evidenza la miseria e la politica spesso persecutoria a seconda delle stagioni: i ‘briganti’ del Regno delle Due SIcilie e i loro sostenitori che fuggivano dall’invasione piemontese, i socialisti costretti a fuggire dalla furia fascista. A seguire la grande emigrazione dal Sud verso il Nord e dalle campagne verso le città negli anni cinquanta e sessanta. Infine il nuovo esodo, in corso alla ricerca di potenzialità di occupazione e di lavoro che nel BelPaese sembrano venir meno.

Con storie che, proiettate sul nostro presente attuale, non possono che farci riflettere ricordando di quanto le ‘ruspe’ venivano auspicate (e in qualche caso usate) nei confronti dei nostri emigrati. Ignoranti, incapaci di capire lingue sconosciute o di integrarsi con realtà sociali troppo diverse, sporchi, pronti ad insidiare le donne altrui, insomma chi più ne ha più ne metta e le ingiustizie consumate nei confronti di tanti dei 28 milioni di italiani emigrati all’estero tra il 1880 e i centanni dopo sono state innumerevoli. Senza peraltro dimenticare gli appartamenti che, a Torino o a Milano, non si affittavano ai meridionali.  Insomma, la storia di Maria Florencia, quinto degli incontri proposti da ‘Piacenza Cultura e Sport‘ è stata l’ennesima testimonianza  della rassegna di proposte letterarie piacentine caratterizzate da integrazione, solidarietà, dialogo tra culture diverse.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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