“Porto di Amburgo”, “Il golfo di Napoli”, “Festa nazionale a Le Havre”, omaggio all’arte di Albert Marquet, pittore gruppo fauve ( 1875 – 1947 )

Porto di Amburgo, olio su tela di Albert Marquet

Nel 1905 Albert Marquet espose al Salon d’Automne e i suoi dipinti vennero posti insieme a quelli di Henri Matisse, Maurice de Vlaminck, André Derain, Othon Friesz, Georges Rouault, Henri Charles Manguin, Louis Valtat e Jean Puy.

Questi artisti colpirono i critici per le loro tinte forti e accese, tanto da essere soprannominati fauves, cioè belve selvagge; in realtà, pur essendo amico del gruppo dei fauves e pur avendo dipinto per anni insieme a loro, Marquet usò colori meno brillanti e violenti, mitigati con un uso sistematico dei grigi per far emergere la sua pacata sensibilità.

Il golfo di Napoli, olio su tela di Albert Marquet

Fino al 1907 rimase a Parigi e si dedicò, insieme a Henri Matisse, a una serie di vedute cittadine: la differenza fondamentale tra i due è che mentre Henri Matisse usa colori forti e vivaci, stesi sulla tela con pennellate decise, Marquet smorza i toni facendo largo uso di grigio e di bianco; un’altra differenza è data dal fatto che Marquet, contrariamente a Henri Matisse, rimane fedele alla tradizionale tecnica della prospettiva.

Sebbene Marquet sia comunemente considerato un pittore minore, il pittore inglese John McLean è fra coloro che considerano “il suo sentimento per il colore, la luminosità o l’oscurità e la saturazione di questo, il suo peso, è non meno che stupefacente”.

Festa nazionale a Le Havre, olio su tela. di Albert Marquet

 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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