“Pinaccio 98 giri di Ballerini”, vita, opere e mostre di un artista poliedrico, Pontegobbo edizioni

Mi chiamo Giuseppe Ballerini, ma tutti mi conoscono come Pino nonché Pinaccio. Sì, il 20 novembre 2011 saranno 98 e … che dire! mi sento secolare come le querce robuste dei monti dalla mia amata Valtrebbia. Sono nato a Bobbio e qui ho sempre vissuto, se si eccettuano gli anni di guerra e di prigionia. Sono stato contandino, cantoniere, musicista e cantautore ad orecchio, scultore e pittore autodidatta, poeta e … inventore. La mia ultima opera risale ai novant’anni. Li ho festeggiati pubblicando un cd (L’eco dei Sansoni) e un libro di poesie.”

Così si raccontava ‘Pinaccio’ Ballerini nel libro proposto da Pontegobbo edizioni a luglio 2011 in prossimità dei suoi 98 giri (anni) che appunto sarebbero stati 98 e non più (per chi desidera approfondire cliccando qui trova l’ultimo saluto pubblicato da PiacenzaSera) mentre il libro continua ad accompagnare le mostre con le opere di questo artista naif ed oggi giunge alla seconda edizione con alcune integrazioni (scritti, immagini e un intervento di Giangiacomo Schiavi, editorialista del Corriere della Sera).

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Opera di Giuseppe Pino Ballerini

Si tratta di appunti di vita, qualche fotografia familiare e di gruppi di lavoranti bobbiesi d’epoca, alcune poesie di un artista poliedrico e autodidatta che vanta sculture, performance, dipinti. Creazioni senza fine di lucro ma realizzate per il gusto di provare ogni volta uno stile nuovo, che mettesse alla prova. Qualcuno, mi racconta una delle tre figlie, proponeva opere su commissione ma niente da fare, non riusciva, non gli venivano. Le sue opere arrivavano dall’anima, dal cuore e se non arrivavano, non se ne parlava. Forse per questo erano sempre nuove, diverse, mai ripetitive.

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Ponte Organasco, opera di Giuseppe Pino Ballerini

In tutta franchezza probabilmente dal libro m’aspettavo qualcosa di più. Mi sono domandato: ma con una vita così intensa, a partire dai sette anni vissuti in prigionia nelle mani degli inglesi, quante pagine poteva riempire? Invece bisogna sapersi accontentare e del resto lui era uomo di poche parole, addirittura timido e come di poche parole ha vissuto così in poche pagine ci porta lungo il suo lungo percorso di vita. Con semplicità, senza enfasi e men che meno vanagloria.

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I mangiatori di legno, opera di Giuseppe Pino Ballerini

Salvoché si abbia voglia e pazienza di ‘integrare’ ed allora armati di santa pazienza e buona volontà possiamo avventurarci nella ricerca di copia di “Le mie poesie”, libro pubblicato dalla ‘Stamperia della luna nel pozzo’ di Roberto Tonelli nel 2004 oppure ancora seguire le mostre promosse dall’Associazione Quinto Quarto Pino Ballerini promossa dalle tre figlie (qui il link che porta alla pagina di facebook).

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Opera di Giuseppe Pino Ballerini

In questo caso proponiamo alcune opere riprese (da Dalila) alla mostra “Mangiatori di legno” organizzata dal 6 al 12 agosto su iniziativa del Comune di Cerignale nella suggestiva location della Stalla dei Barbetti che il Sindaco Massimo Castelli ha voluto ristrutturare destinandola appunto ad iniziative culturali.

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Opera di Giuseppe Pino Ballerini esposta a Cerignale

Da ricordare, concludendo, che nel periodo estivo (da giugno a settembre) le opere del Pino sono in esposizione a Bobbio, in vicolo Borghetto 1/3, e in particolare al momento  a cura di Chiara Gatti, critica e storica dell’arte, viene proposta la mostra “Sognai intensamente“, una raccolta visionaria per un diario di viaggio in un mondo vergine, nelle conche delle valli del Trebbia, un sentimento del sacro in natura. Ne vale la pena ed oltretutto è possibile l’acquisto del libro autobiografico e anche della citata raccolta di poesie.

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Opera di Giuseppe Pino Ballerini

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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