“Piacenza Poesia, poeti all’ultimo km della via Emilia”, in libreria da giovedi 15 maggio

In libreria dal 15 maggio con 13 poesie di Claudio Arzani: Eresia nonna di Utopia, C’era una volta un re, Congresso Democratici di Sinistra 2007, Quand’ero piccolo vivevo oltre il Vallo, Contea della streghe: tutta la borsa il governo ce la porta via, Bar Santa Rita in fondo allo Stradone, Spleen di sabato sera, Le tue gambe di donna, Come dolce canto di sirena, Strada allungata a un tempo infinito, Nel limpido del blu tuffato come un delfino, Brilla nel cielo lo spicchio di luna

Correva, se memoria non m’inganna, l’anno 2009. Eugenio Gazzola, concluso il rapporto con le edizioni Vicolo del Pavone, aveva aperto Scritture edizioni, ovvero una casa editrice tutta sua che ormai operava da un paio d’anni. L’idea era quella di una piccola raccolta di poesie, un’operazione culturale che coinvolgesse 4 o 5 scriba piacentini. Entusiasta all’epoca ho assemblato dodici poesie, 6 già pubblicate nel mio primo libro (2005), 4 che avrebbero conosciuto la carta stampata nell’ottobre di quell’anno col mio secondo libro e 2 inedite ancora oggi.
 
Correva l’anno 2009 e probabilmente pose male un piede, cadde per terra, distorsione della caviglia, corsa finita. Nel senso che, inviato il file con le poesie, non ci fu nessun ritorno, la nebbia dell’oblio avvolse il tutto con grande delusione da parte mia. Nessuna news, nessuna telefonata, solo silenzio da quell’Eugenio. Che continuò a sfornare libri, poesia esclusa perché si sa, con la poesia non si mangia, le vendite son ridotte al lumicino e ogni investimento rischia di mandare l’editore a gambe all’aria.
 
Così il tempo è passato, a ottobre di quell’anno è uscito il mio secondo libro sempre con i tipi di Vicolo del Pavone. Sono seguite varie rap-presentazioni, le poesie al centro dell’attenzione sono cambiate, sono cambiati i tempi e naturalmente cambiano le sensibilità per cui le liriche al centro dell’attenzione sono cambiate. L’insieme di quelle 12 liriche rimaste nel cassetto è stato dimenticato e del resto non era più adeguato ai tempi, al progredire dei giorni e delle storie da raccontare. Un insieme insomma superato da altre letture offerte e condivise con il pubblico di chi si presentava alle rap-presentazioni disponibile ad ascoltare e condividere emozioni.
 
Quanto ad Eugenio, ci siamo persi di vista. Fino a quando anche l’amico Fausto Chiesa ha deciso di dare alle stampe due manoscritti suoi, l’uno di analisi economica, l’altro col diario del padre reduce dalla Campagna di Russia. Era il 2012 ma ancora parecchia acqua doveva passare sotto i ponti del Grande Placido Fiume.
 
Eravamo a fine estate 2013 quando Eugenio mi ha telefonato recuperando il mio numero tramite Fausto. Mi ha telefonato riabilitando quell’idea di una raccolta di poeti piacentini. 4 o 5 nomi con la lamentela da parte sua di non conoscere donne. Gli ho proposto Enrica e i nomi sono così saliti a 6 mentre da parte mia cominciavo subito a selezionare poesie adatte. Tutte inedite, chiedeva Eugenio. Col tempo che passava sentivo dire che i nomi degli invitati erano saliti a 8 ma intanto si avvicinava Natale, prima data presunta per l’uscita e nel silenzio anche Natale passava.
 
Avevo mandato quanto selezionato a ottobre. Tutta un’altra storia rispetto alle liriche del 2009, soltanto 1 ancora in elenco. Eugenio per problemi di spazio ne ha eliminate un paio, un paio le ho poi eliminate io perchè il tutto non doveva esorbitare dalle 10/11 pagine, presentazione dell’autore compreso.

Una piccola curiosità: per problemi di spazio dal mio curriculum personale spariva il richiamo all’antologia pubblicata da Albeggi editore il 28 settembre 2013 in collegamento con il movimento “100 Thousand Poets for Change” che tante soddisfazioni (poetiche) mi sta dando ma tant’è: i limiti di spazio son limiti di spazio e qualcosa finisce sempre sacrificato.

A marzo ho saputo che non si trovava un punto comune tra i poeti ed era quindi difficile selezionare chi potesse scrivere un’introduzione. Si poteva pensare ad uscire ad aprile. Oppure settembre. Non lo nego: ho temuto tutto finisse in barca, come in quel 2009. Intanto i poeti erano cresciuti. Ai vivi si affiancavano alcuni che avevano fatto storia e ci avevano lasciati. Dagli inediti si passava a inedite e pubblicate, io ho fatto finta di nulla, non ho cambiato nulla.
 
Ormai tutto sembrava disperso quando ecco la mail: siamo in libreria il 15 maggio!!!
 
Come descrivere lo stupore? E l’emozione che si prova?
 
I poeti sono diventati 20, tutti in qualche modo di stile fuori dal comune, dall’ordinario. Ognuno con uno stile suo. Difficile, mi diceva Eugenio, individuare uno stile piacentino. Ci sono poeti, ognuno col suo stile ma tutti con l’idea di un mondo nuovo, un mondo diverso rappresentato attraverso i versi. Si sono aggiunti artisti (piacentini) con i loro dipinti e disegni, ci sono interventi di nome (locale). La raccolta è diventata un’Antologia e come tale, essendo prima nel suo genere, lascerà il segno.

Non vedo l’ora di stringerla tra le mani, di sfogliarla, di sentire il profumo di quelle pagine, di ammirare le immagini, di gustare le parole, una per una, tutte. Nelle librerie (piacentine) da giovedi 15 maggio. Un’Antologia che è poesia.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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