Piacenza Poesia, i poeti del confine: giovedi 22 alla Fondazione in via S.Eufemia

Emozione. Come descrivere l’emozione per la presenza in questa Antologia? 20 poeti, più o meno casualmente passati all’ultimo km della via Emilia. Piacentini. Ed io tra loro, uno di loro. 11 pagine sulle oltre 280, 12 liriche e una presentazione. Senza parole. Dall’emozione. Senza fiato, col cuore in mano e un groppo in gola. Punto d’arrivo, punto di partenza, chi può dirlo? Punto. Punto e basta. Due libri poetici pargol del còr, 4 antologie precedenti, più di 20 rap-presentazioni itineranti, presenza in 2 raccolte di racconti, vari premi e riconoscimenti. Non è stato facile. Voglio ricordare. Il mio primo libro. Catalogato da un cretino inebetito superficiale presso la biblioteca di Fiorenzuola, il mio paese natio. Come raccolta di canti di soldati ed io come autore secondario. Cretino inebetito. Perché anche allora erano poesie ed erano mie e solo mie, bastava leggere con attenzione. Messaggi di pace, contro le guerre, di solidarietà, per uno sviluppo a misura d’uomo, per il lavoro e la qualità della vita. Ma l’inebetito chissà cosa aveva bevuto. Oppure forse non dava credito alla mia veste di poeta, alla mia capacità d’esprimere sentimenti e idee e messaggi in versi. In ogni campo in ogni settore ci vuole approfondimento, volontà, serietà e quel tizio chissà chi era probabilmente guardava alle farfalle fuor di finestra invece di pensare al suo lavoro. Con la superficialità non si va da nessuna parte. Dieci anni. Di lavoro duro. Di impegno, di studio, di perseveranza. Ed ora eccomi tra i poeti riconosciuti nella prima Antologia che Piacenza ricordi. Emozione. Senza fine. E dunque, a giovedi e naturalmente grazie a Eugenio Gazzola, editore che mi piace definire lungimirante. Con un sorriso, di soddisfazione, di gratificazione, di ringraziamento. Appunto. Ma ne riparleremo.  

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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