Piacenza: Paolo Rizzi, complice il Pd, consegna lo scranno comunale al centrodestra?

Bandiera rossa, olio su tavola di Andrea Salvino

Oltre il 43% di piacentini che hanno disertato le urne, più di 900 schede nulle e oltre 200 bianche. Un Pd ridotto ai minimi termini (per quanto rimanga primo tra i Partiti singolarmente presi) con un tutto sommato miserello 18,5% conseguenza di una politica da parte della precedente amministrazione e del Sindaco uscente Paolo Dosi che, in linea generale, non ha lasciato il segno: probabilmente anche per un difetto di capacità comunicativa. Evidentemente, per recuperare credibilità e fiducia non basta, come tentato di fare, postulare mirabolanti interventi (leggi promessa di costruzione di un ospedale nuovo, di uno stadio nuovo e poi chissà chè) puntando contemporaneamente il dito contro il governo nazionale per i troppi tagli alle risorse dei Comuni.

Bisognava avviare un serio esame di coscienza verificando programmi inizialmente annunciati e realizzazioni effettive nel quinquennio appena trascorso e qui, diciamo la verità, casca l’asino, si è offerto con abbondanza il fianco alle critiche del centrodestra lasciando nell’aria le troppe parole e promesse alle quali non sono seguiti fatti e, quando sono seguiti (specie a livello nazionale ma anche il locale non è stato da meno), era meglio non seguissero.

Ma tra i tanti problemi che hanno determinato il disimpegno o addirittura l’allontanamento di buona parte di quella gente che, in quanto progressista si riconosceva nei Democratici di Sinistra e nella Margherita ed ha continuato a farlo nel PD, trovo il costante scostamento tra ‘sentire’ dell’essere Partito da parte di molti aderenti e l’impostazione calata dall’alto negli ultimi anni che vorrebbe il rapporto tra l’iscritto e la struttura molto più ‘leggero’ riducendo in sostanza il Partito a semplice comitato elettorale a supporto del segretario di turno e degli esponenti del suo cerchio magico (in sostanza la filiera Renzi, Reggi, DeMicheli, Dosi/Rizzi) anzichè luogo di ascolto, elaborazione, proposizione, realizzazione.

Ritengo i Partiti strumenti indispensabili per la democrazia e il governo del Paese. Ecco allora che il candidato Sindaco Paolo Rizzi, sostanzialmente un indipendente esterno, cavalcando la stanchezza della gente verso le degenerazioni della politica, cercando di marginalizzare il ruolo dell’organizzazione Partito personalizzando la capacità individuale di un ‘Sindaco governatore’, in realtà cade nella trappola che ha come conseguenza inevitabile il rifiuto e l’astensione.

I due candidati che vanno al ballottaggio a Piacenza: Patrizia Barbieri (col 34,78% alfiere di Lega Nord, Forza Italia, Pensionati, Fratelli d’Italia) e Paolo Rizzi (col 28,20% candidato sostenuto da Pd e due liste civiche)

Un equivoco in nulla diverso dall’interpretazione che M5S rappresenti l’antipolitica: i grillini rappresentano e fanno politica, sono essi stessi Partito, semplicemente sono e vogliono essere alternativi alla degenerazione della forma Partito così come si è andata sviluppando nella seconda Repubblica. Ma sono essi stessi forma Partito, con le sue regole, i suoi strumenti di espressione, di valutazione, di elaborazione, di decisione da parte di una filiera gerarchicamente costruita.

In pratica dunque la degenerazione è di una interpretazione della politica basata sull’individualismo centralizzante di un capo che a vari livelli governa un gruppo, una rete di interessi soggettivi condivisi. Il Partito come struttura di equilibrio collettivo viene negato, additato quale fonte del male rimandando ad un concetto di governo individualistico che marginalizza l’ipotetico insieme di individui singoli incapaci di condizionare realmente in termini di capacità elaborativa quel cerchio magico del quale il capo si circonda.

Così si consegna la città e il Paese al centrodestra laddove questo riesce ad unire proprio le Forze politiche organizzate, con buona pace di qualche scheggia ‘impazzita’ che riteneva, agendo quale individuo fuori dal sentiero partitico, di poter conquistare consenso e dominio della città.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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