Piacenza: in via Campagna oggi l’esposizione della Sacra Spina di Gesù

Oggi 30 marzo, Venerdì Santo, la chiesa di San Giuseppe Ospedale (in via Campagna, 68 a Piacenza) vede rinnovarsi l’antica tradizione dell’esposizione della Sacra Spina. La reliquia sarà esposta dalle ore 8 alle 24. Durante il giorno: alle ore 15 celebrazione della Passione; ore 16 Via Crucis; ore 21/24 contemplazione della Croce. L’evento è promosso da Templari di San Bernardo, Cappellania dell’Ospedale, Centro Manfredini, parrocchia Santo Sepolcro.

Una devozione, quella per la santa reliquia, che riporta i fedeli all’epoca delle Crociate e dei cavalieri templari, sulle rotte del pellegrinaggio che conducevano migliaia di fedeli dall’Europa alla Terra Santa.

La Sacra Spina infatti è una reliquia che, secondo l’Historia Ecclesiastica di Piacenza (scritta da Campi nel 1651), fu regalata ai piacentini nel 1015 da parte di uno dei tanti pellegrini che percorrevano la Via Francigena.
Nel 1651 la Sacra Spina era già molto venerata in città anche per le due miracolose fioriture avvenute durante il Venerdì Santo del 1490 e 1512.
La reliquia è racchiusa tra le braccia di un angelo dorato custodito in una teca del XIV secolo.

La Chiesa di San Giuseppe Ospedale è annessa all’ospedale civile creato nel 1471. Il piccolo tempio è di quell’epoca, ma sorge su una chiesa del 701 che fu dei Templari, poi dei Cavalieri di Malta. Cinque gli artisti che verso le fine del Seicento hanno celebrato la vita di San Giuseppe o decorato la chiesa: Robert De Longe, Giuseppe Bernasconi, Domenico Fontane, Provino Dalmazio Della Porta e Michele Cremona.
L’interno è a navata unica, coperta da una volta a botte.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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