“Il peso della farfalla”, romanzo di Erri De Luca, Feltrinelli editore

Ci sono romanzi che è facile trascurare e non sai neanche di preciso perché. Forse semplicemente perché ne hai troppi ‘in attesa’ e quel libercolo (70 pagine) ti sembra irrilevante, di scarso peso data la scarsità del volume, delle pagine e anche considerato il titolo: quanto mai può pesare, una farfalla? Del resto, come ti frulla per la testa secondo antico pregiudizio, chi scrive poco, finisce con l’essere un semplice scrittorucolo? Una riflessione che, come dimostra Erri De Luca, non può essere un dogma e prima di dichiararla, andrebbe analizzata, elaborata, soppesata, partendo dalla lettura del presunto ‘libercolo’. Così è per questo peso della farfalla che si posa sul corno dell’animale, laddove pagina per pagina ti trovi a leggere d’un fiato una storia in prosa che profuma di poesia e di profonda riflessione sulla vita, sui rapporti tra soggetti speciali, straordinari. Siamo di fronte a due Re con l’erre maiuscola che vivono nella solitudine della natura e del loro ruolo di straordinarietà: il Re dei camosci da un lato, animale in questo caso con innata la regalità che nessuno, nel branco, osa contestare, mettere in discussione. D’altro lato l’uomo, che merita l’appellativo di Re dei camosci per quanti ne ha saputo uccidere (oltre 300, peggio di Buffalo Bill con i bisonti) nel corso della vita da cacciatore di frodo salendo sulle cime delle montagne, sapendo come e dove tendere l’agguato in attesa del passaggio dei capi migliori. Cacciatore ma che pure vive in simbiosi con le sue vittime (e soprattutto con quel Re che invano insegue da una vita) secondo un preciso codice di valori. Quale lo spirito, quale la logica, quali i metodi dell’uno e dell’altro per condurre una battaglia che appunto accompagna tutta la vita, il primo per sfuggire alla canna del fucile, il secondo per aggiudicarsi l’ultimo trofeo, quello più importante? Così, fino all’ultima battaglia, quella che si conduce al tramonto, quando entrambi sentono avvicinarsi l’ultima stagione, quella dalla quale uno solo dei due potrà uscire vincitore dopo di ché tutto finirà, per l’uno, per l’altro, forse per entrambi. Mentre la farfalla, metafora della vita che silenziosa appare e se ne va, vola sull’uomo, vola sul Re dei camosci, cala lentamente tra il silenzio che avvolge monti e valli. Un libro che si legge d’un fiato, avvincente, carico di passione, di poesia, uno dei pochi che può essere un piacere conservare e magari, col tempo, rileggere.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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