Omaggio al Re che ci ha fatto sognare: Elvis Presley, morto 35 anni fa a Memphis

16 agosto 2012, Candlelight a Graceland, Memphis – 35° anniversario della morte di Elvis

Elvis Aaron Presley (Tupelo, 8 gennaio 1935 – Memphis, 16 agosto 1977), cantante, chitarrista e attore, sicuramente uno dei più celebri cantanti di tutti i tempi, fonte di ispirazione per musicisti e cantanti di rock and roll e rockabilly, tanto da meritarsi il soprannome Re del Rock and Roll o semplicemente The King.

La sua presenza scenica ha avuto un impatto senza precedenti sulla cultura americana e mondiale e i suoi caratteristici movimenti di bacino gli guadagnarono l’altro importante soprannome: “The Pelvis”. Stimato da fans, critici e da molte altre personalità dello star system del suo tempo – da Marilyn Monroe ai Beatles – ha saputo andare oltre l’arte musicale finendo per diventare una vera e propria icona della cultura pop del XX secolo. Pur essendo passati trentacinque anni dalla morte, il suo mito e la sua leggenda non sono minimamente scalfiti.

Gli ultimi giornI

Nella sua vita fondamentale il rapporto con la moglie, Priscilla. Principesco il matrimonio celebrato a Las Vegas il 1° maggio 1967, unione consolidata nel 1968 dalla nascita di Lisa Marie. Purtroppo i lunghi periodi di lontananza, i sempre più frequenti rapporti con altre donne, e la precaria salute di Elvis (che aveva aumentato considerevolmente l’uso di farmaci dal suo ritorno alle esibizioni dal vivo nel 1969) spinsero Priscilla a dividersi da lui, nel febbraio del 1972. Il 9 ottobre del 1973 venne sancito il divorzio a Santa Monica, e, sebbene l’amicizia tra Elvis e la ex-moglie sia durata per tutta la vita del cantante, ciò gli provocò un lungo periodo di acuta depressione.

Barbiturici, tranquillanti e anfetamine diventarono suoi compagni di tutte le ore del giorno e della notte. La cosa non fu senza conseguenze, e frequenti furono i ricoveri in ospedale.

A quella che sembrava la crescita di uno stato ipocondriaco, si aggiungevano i risultati di una alimentazione disordinata, che portarono The King a ingrassare vistosamente e a sottoporsi a diete dimagranti a base di medicinali.

Alla fine del 1973 la salute di Elvis cedette di schianto. Il suo chitarrista John Wilkinson lo ricorda “Gonfio come un otre, balbettante, un vero rottame… c’era qualcosa che assolutamente non andava nel suo fisico. Stava così male che le parole nelle sue canzoni erano totalmente indecifrabili.”

L’ultima esibizione di Presley fu a Indianapolis al “Market Square Arena” il 26 giugno 1977 dove eseguì una straordinaria interpretazione del pezzo Unchained Melody, brano usato come colonna sonora del film Ghost nella versione del 1965 incisa dai The Righteous Brothers e del vecchio successo “Bridge Over Troubled Water”.

Dopo il concerto, Elvis torna a Memphis per riposare e preparare il suo nuovo tour, previsto per dopo la metà di agosto. Il 16 agosto, poco dopo mezzanotte, Elvis torna a Graceland. Fino alle prime ore del mattino rimane sveglio con la famiglia e il suo staff, rilassandosi e curando gli ultimi dettagli per il nuovo concerto che avrebbe dovuto partire da Portland, nel Maine il 17 agosto. Verso le 7 del mattino si ritira in camera per riposare prima della partenza. Sono le ultime ore di vita. In tarda mattinata, Elvis viene trovato morto nella sua stanza da bagno dalla compagna Ginger Alden. Trasportato al Baptist Memorial Hospital, ne fu dichiarata la morte alle 15:30 per un attacco cardiaco. Aveva 42 anni.

Meno di un’ora dopo l’annuncio della morte di Elvis, un migliaio di persone si erano riunite davanti al cancello di Graceland. Un’ora più tardi erano 3 000. Nel pomeriggio diventarono 20 000. In tarda serata erano 80 000. Da tutto il mondo piovvero ordini ai fioristi di Memphis perché confezionassero dei cuscinetti floreali a forma di chitarre, cani, orsacchiotti, cuori spezzati e corone. Furono organizzati due voli speciali che trasportarono 5 tonnellate di fiori dalla California e dal Colorado.

Graceland, la maestosa tenuta di Elvis Presley, è oggi un museo. Aperta al pubblico nel 1982, essa è divenuta una sorta di santuario del rock, meta del pellegrinaggio continuo dei suoi fan. Graceland risulta essere la seconda casa più visitata degli Stati Uniti con oltre 10.000 persone in visita a settimana, seconda solo alla Casa Bianca.

Cause del decesso

Il 16 agosto 1977, Elvis è morto nel suo bagno personale a Graceland, presumibilmente per un attacco cardiaco. Tuttavia, vi sono dati contrastanti per quanto riguarda la causa della sua morte. Secondo il noto biografo di Presley, Peter Guralnick, il cantante “aveva vomitato dopo essere stato colpito da infarto“. Nel suo corpo furono trovate quattordici sostanze medicinali prescrittegli dal medico personale, sostanze dunque legalmente somministrate ad Elvis, il quale non faceva uso di sostanze stupefacenti.

Altra causa imputata per la morte di Presley fu l’obesità. Secondo la stima del medico che effettuò l’autopsia sul corpo del cantante, Elvis al momento del decesso pesava circa 158 kg.Aveva messo su una buona parte di quel peso nell’ultimo periodo, dato che passava il tempo seduto nella sua stanza ricorrendo al cibo per consolarsi: dolciumi fritti, cheeseburger, gelati, pizze, panini fritti con bacon, burro di noccioline e banane. I medici che lo ebbero in cura avevano cercato senza successo di cambiare il regime alimentare di Elvis già nel 1974.

Non trascurabile anche l’ipotesi di uno shock anafilattico provocato da una parziale allergia alla codeina, sostanza presente in dosi massicce nei farmaci contro il mal di denti di cui Presley faceva uso durante quei giorni.

L’ultima ipotesi sulla sua morte viene formulata tuttavia da un suo stretto conoscente nonché suo medico personale, il dottor George Nick Nichopoulos, che durante gli ultimi 12 anni della vita di Elvis l’ha avuto in cura. Il medico ha recentemente pubblicato un libro dal titolo The King and Dr. Nick, in cui spiega nel dettaglio la sua versione delle reali cause della morte di Elvis. Secondo il dottore, Elvis morì a causa di una costipazione cronica e per questo motivo fu trovato morto vicino al suo WC. La costipazione cronica causa infatti un colon sproporzionato, una mobilità intestinale quasi inesistente e anche obesità (tutte circostanze riscontrate durante l’autopsia del cadavere).

I DUBBI SUL DECESSO E LE LEGGENDE

Immediatamente dopo la scomparsa del cantante si diffusero voci sul genere della leggenda metropolitana che sostenevano, e sostengono tuttora, che egli fosse in realtà vivo, e che la sua morte fosse stata una messa in scena, elencando possibili avvistamenti di Elvis.

Tra le ipotesi più gettonate, spiccano la possibile origine aliena del cantante (ipotesi che viene citata anche alla fine del film Men in Black e nella canzone dei Dire Straits “Calling Elvis”), il suo inserimento in un programma dell’Fbi per la protezione dei testimoni, e il volontario esilio del cantante stanco della vita condotta fino ad allora.

Comunque sia, Elvis ha saputo dar corpo, con la sua musica e con il suo ‘modo di vita‘, ai sogni di milioni di fans che ancora oggi non esitano a rendergli omaggio, acquistando dischi o magari affrontando un viaggio in America per partecipare alla suggestiva e commovente ‘Candlelight‘. Sicuramente la sua immagine è sfruttata dal business system ma questo non basta a spiegare tanto affetto per un cantante se non fosse appunto che Elvis ha saputo farsi interprete dei nostri sogni, delle nostre speranze, delle nostre ambizioni in un’epoca (gli anni ’50 e ’60) con un roseo futuro di progresso e sviluppo collettivo e individuale davanti.

 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Una risposta a “Omaggio al Re che ci ha fatto sognare: Elvis Presley, morto 35 anni fa a Memphis”

  1. Bello, condivido pienamente. Elvis è sempre qui con noi che continuiamo ad amarlo incondizionatamente.

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