San Claudio si convertì al Cristianesimo e, seguendo il suo esempio, si convertirono anche la moglie Prepedigna ed i figli Alessandro e Cuzia.
Secondo quanto scritto nel Martirologio Romano, San Claudio adottò lo stile di vita del buon cristiano, dedicando la vita al Signore, pregando, facendo opere di bene e dedicando se stesso e tutti i suoi averi ai poveri e ai bisognosi.
Nel frattempo l’imperatore Diocleziano era piuttosto favorevole al matrimonio tra il proprio figlio Massimiano con la nipote di san Claudio, Susanna. Ma da fervente cristiano Claudio non appoggiò le nozze volute dall’imperatore. Quest’ultimo, vista l’opposizione del santo, lo fece arrestare insieme alla sua famiglia, esiliandoli ad Ostia. Qui la loro sorte fu atroce: furono arsi vivi e le loro ceneri buttate in mare.
Da buon Claudio mi sento di confermare la scarsa propensione a chinare il capo di fronte ai potenti di turno quando calpestano i diritti dei deboli, dei lavoratori, dei ‘figli di nessuno’, quando negano la giustizia, la solidarietà, l’umanità. Per mia fortuna, le vendette degli stessi non arrivano più al martirio. Magari lasciano vivere ovviamente negando non solo privilegi ma anche quanto dovuto e meritato favorendo chi da buon asservito sostiene, condivide, approva la malagestio del potere. Del resto che farci? Così siam fatti noi, quelli di nome Claudio.