Nuove uscite letterarie (19/2008): informazioni da Infinitestorie.it con annesse proposte parallele dal web

Per gli appassionati del genere “Cultura”
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* Il Successore *

di Ismail Kadaré

(Ed. Longanesi, trad. di Francesco Bruno, pp. 149, euro 12,60)

 Che cosa è successo la notte fra il 13 e il 14 dicembre nella camera da letto del Successore – l’uomo designato a prendere il posto del tiranno del popolo albanese – il cui cadavere è stato scoperto all’alba, colpito da una pallottola in pieno petto? Ispirato al più tenebroso enigma dell’Albania contemporanea, il romanzo ruota attorno alla morte misteriosa del delfino del dittatore comunista, trasparente allusione a Enver Hoxha. Chi ha ucciso il Successore, e perché? In un Paese avvolto nelle nebbie di fine autunno l’assenza degli emblemi del lutto, le notizie contrastanti (suicidio o omicidio?) diffuse dalle agenzie internazionali e le voci che alludono alla mano nera di un alto funzionario gettano nel panico la popolazione, perché in una dittatura il minimo cambiamento non può che peggiorare la sorte della gente comune. E così, tutti si mettono a spiare i protagonisti del dramma, in una ricerca di indizi che si fa quasi corale.
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Per gli appassionati dei generi “Cultura” e “Biografico”
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* Sulle mie tracce *

di Gregor von Rezzori

(Ed. Guanda, trad. di Andrea Landolfi, pp.318, euro 19,50)

 Un’autobiografia autentica e anomala nello stesso tempo. La storia è quella dell’intero Novecento, di cui l’autore, testimone partecipe, ne ripercorre abissi e speranze, isolando i punti di svolta: l’Anschluss del 1938, la riforma monetaria tedesca del 1948, la caduta del muro di Berlino nel 1989, momenti in cui netta e ineludibile è la percezione che nulla può più essere ciò che era. Non meno straordinaria la vita: galleria di luoghi, volti, passioni, restituita dal protagonista in tutta la sua ricchezza. Tra storia e vita, la letteratura diventa “strumento per sottrarsi all’orrore del qui e ora” e per ristabilire un rapporto con un passato altrimenti perduto; mongolfiera che permette di sollevarsi al di sopra delle cose e di guardarle dalla giusta distanza, lasciandosi alle spalle l’odio e la rabbia.
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Per gli appassionati dei generi “Cultura” e “Viaggio”
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* Terre alte. Il libro della montagna *

di Carlo Grande

(Ed. Ponte alle Grazie, pp. 224, euro 12,00)

 “Poesia, entusiasmo e adrenalina”: è questa la montagna raccontata da Carlo Grande. È lo scenario della Sainte-Victoire che rapisce Cézanne, o la luce dolce sulle vigne descritta da Pavese. È un possibile antidoto al rituale moderno della velocità, “un silenzio di voci che bisbigliano” e che svelano una natura archetipica e indicibile. Ma sono anche i luoghi di una fatica quotidiana e paziente che si perde nel tempo, forre oscure e minacciose come le Forche Caudine o la gola di Roncisvalle, vette himalayane che attirano l’uomo nella “zona della morte”. Sono le montagne da sempre teatro di lotte e invasioni: da Annibale che varcò le Alpi allo sterminio dei catari, fino alla Resistenza ai nazifascisti e alla pacifica opposizione alle mostruose gallerie della TAV. In un sottile gioco tra parola e allusione, scrittura e immaginazione, Grande – in compagnia di Herzog, Buzzati, Thoreau, Mann, Rigoni Stern – ci invita a riscoprire il gusto dell’andare a piedi e del “salire”, accettandone i rischi e le avventure.
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Per gli appassionati dei generi “Avventura” e “Storico”
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* Le aquile di Sharpe *

di Bernard Cornwell

(Ed. Longanesi, trad. di Lidia Perria, pp. 342, euro 17,60)

 Luglio 1809. In marcia da Lisbona verso Madrid, accanto alle truppe spagnole, i soldati inglesi guidati da Sharpe vengono aggregati al battaglione di Sir Henry Simmerson. Nominato colonnello della milizia, privo di qualunque esperienza militare, è tronfio, saccente e severo con i suoi uomini fino a sfiorare la soglia del sadismo. Sharpe, come sempre testardo e intrepido, entra subito in conflitto con due protetti di quest’ultimo, e a complicare le cose ci si mette anche un’affascinante dama al seguito delle truppe. Durante l’avanzata, Sharpe si distingue in una brillante azione che gli vale la promozione a capitano. Simmerson, però, che nella stessa operazione ha perso la bandiera, disonorando così il battaglione, chiede a Londra l’annullamento della promozione e l’immediato invio di Sharpe nelle Indie Occidentali. In pratica una condanna a morte. L’unica speranza per lui è compiere un’impresa tanto eroica da annullare l’ostilità di Simmerson: impadronirsi di una delle aquile bronzee che Napoleone in persona ha consegnato ai battaglioni francesi, un’azione temeraria che, prima di lui, nessuno ha mai osato.
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Per gli appassionati del genere “Thriller, Horror, Noir”
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* Il delitto di Montmartre *

di Claude Izner

(Ed. Nord, trad. di Chiara Salina, pp. 342, euro 16,60)

 Parigi, 1891. Situato fra rue Montmartre e boulevard Poissonnière, il carrefour des écrasés, l'”incrocio degli schiacciati”, deve il suo lugubre soprannome al fatto di essere attraversato da almeno centomila veicoli al giorno, con le ovvie, tragiche conseguenze. E proprio lì, una gelida mattina di novembre, viene ritrovato il cadavere di una ragazza strangolata. La giovane donna è vestita interamente di rosso e non indossa scarpe. Poche ore dopo, uno strano individuo entra nella libreria di Victor Legris in rue des Saints-Pères: sostiene di aver ritrovato un’elegante scarpetta rossa, nel cui interno qualcuno ha nascosto un biglietto da visita della libreria. Non appena la vede, Kenji Mori, il padre putativo di Victor, sembra perdere la ragione: senza dir nulla, salta su una carrozza e fugge. Al che, Joseph, l’irrequieto commesso, osa piantare nella mente di Victor il seme del dubbio: è forse possibile che il distaccato, elegante e coltissimo giapponese sia in qualche modo collegato col delitto di Montmartre? Ovviamente Victor si getta a capofitto nell’indagine: setaccia Parigi in lungo e in largo, quasi naufragando nella sfrenata allegria dal Moulin Rouge per ritrovarsi poi immerso nell’inquietante silenzio della Salpêtrière, dove regnano il dolore e la follia. Ma la soluzione del mistero è molto più vicina di quanto lui non creda e scatenerà un autentico terremoto nella sua tranquilla libreria.
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Per gli appassionati del genere “Sentimenti”
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* Tre vite *

di Penelope Lively

(Ed. Guanda, trad. di Corrado Piazzetta, pp. 282, euro 15,00)

 Londra, anni Trenta: Matt, giovane artista squattrinato e Lorena, insofferente rampolla di una famiglia di Kensington, dalla cui unione nasce la piccola Molly. Londra, anni Sessanta: Molly, segretaria del ricco e raffinato James Portland, dal cui legame nasce Ruth. Londra, anni Novanta: Ruth, giovane giornalista free-lance, con due figli e un matrimonio in crisi. Tre periodi, tre donne, tre storie. In uno dei suoi romanzi più struggenti, Penelope Lively ci regala il ritratto di tre donne che amano, tre donne che trovano l’amore ciascuna a modo suo, in un intricato dedalo di conseguenze e rimandi. Come sempre accade, è un cuore umano diviso tra gioia e dolore, tra senso di perdita e pienezza, bisognoso di legami e di continuità quello che il lettore ritrova in queste pagine.
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* Domeniche da Tiffany *

di James Patterson

(Ed. Corbaccio, trad. di Elisa Frontori, pp. 258, euro 15,60)

 Jane è una bambina solitaria e sensibile. Sua madre, la potente e cinica Vivienne Margaux è una produttrice teatrale di Broadway e non ha tempo per lei: giusto un bacino ogni tanto. Il padre è stato uno dei molti mariti di Vivienne e fa capolino nella vita della figlia, accompagnato dalla nuova e giovane compagna. Poi c’è Michael: bello, comprensivo, affettuoso, sempre disponibile ad accudire Jane. Michael è però un amico immaginario, e il compito degli amici immaginari è quello di accudire i bambini fino ai nove anni di età. Dopo dovranno cavarsela da soli. Per fortuna la loro scomparsa non lascia traccia nella memoria. Ma Jane è diversa da tutti gli altri e non ha dimenticato. A trent’anni ancora pensa con rimpianto a Michael. Lavora per la casa di produzione di Vivienne, è sensibile e solitaria, nonostante un bellissimo fidanzato che sta con lei solo per far carriera. E poi un giorno accade l’impensabile: Jane e Michael si incontrano casualmente a New York. Sono passati più di vent’anni, ma lui è identico, perfetto, non è invecchiato di un giorno. Jane pensa di essere impazzita: Michael esiste? È un uomo? Un angelo?
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* Il paese segreto delle madri *

di Maria Beaumont

(Ed. Salani, trad. di Maria Concetta Scotto di Santillo, pp. 322, euro 15,00)

 Fran Clarke sta per compiere trentasette anni, anche se qualcuno degli invitati alla sua festa le fa gli auguri per la sua fantastica entrata negli “anta”. Fran ha lasciato una brillante carriera di attrice e doppiatrice per fare la mamma e permettere a suo marito lunghe trasferte di lavoro, naturalmente in compagnia della sua indispensabile (e giovanissima) segretaria. Fran deve gestire un figlio in piena preadolescenza, una figlia troppo spiritosa e brillante per legare con le coetanee, una direttrice scolastica rigida e ipercritica e soprattutto un gruppo di mamme che sanno sempre fare la scelta giusta. Così dopo aver accompagnato i bambini alla merenda biologica o alla terribile festa scolastica di fine anno, un bicchiere di vino, la sera, magari può essere d’aiuto. Ma se poi, mentre contempla lo sfacelo della sua vita, i bicchieri diventano due o tre? Meglio rispolverare le proprie armi migliori, come un sano spirito critico e una pungente ironia.
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Per tutti
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* La cucina totalitaria *

di Wladimir Kaminer

(Ed. Guanda, trad. di Riccardo Cravero, pp. 183, euro 14,50)

 I russi non vanno pazzi per il caviale, anzi, il vero simbolo del lusso per loro è l’ananas. Basta questo esempio per capire quanto i territori dell’ex Unione Sovietica siano inesplorati dal punto di vista culinario. Per rimediare a questa lacuna, Wladimir Kaminer traccia, con l’ironia e la follia che gli sono consuete, brevi ritratti nazionali delle repubbliche ex sovietiche attraverso ricette della tradizione, da quelle piccanti del Caucaso a quelle a base d’aglio dell’Ucraina, da quelle esotiche dell’Asia a quelle salutari del Baltico. Un atlante sragionato dell’Impero decaduto, una miscela di geografia politica, storia e analisi del costume, arricchito da un campionario di aneddoti, incontri deliranti ed esperienze personali al limite dell’assurdo. Il tutto condito con una serie di ricette tipiche di ogni zona, tutte regolarmente testate. Un viaggio spassoso, folcloristico e surreale.
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* Viva l’Italia *

di Bernard Chambaz

(Ed. Ponte alle Grazie, trad. di Gino Cervi, pp. 162, euro 10,00)

 Come si guarda l’Italia dal sellino di una bici da corsa? Difficilmente avrete risposta dal gruppo multicolore di corridori che da cent’anni fa del Giro d’Italia una fiesta mobile. Qualcosa da dirvi invece avrà di certo Bernard Chambaz, singolare caso di scrittore-ciclista. Giugno 2006: da Palermo, sulla sua bici rosa, Chambaz risale la penisola fino a Milano; 19 tappe, 4088 chilometri, salite e discese, canicole e temporali, e un libro di 144 pagine. Il suo non è un percorso casuale: con scrupolo filologico segue il tracciato del Giro del 1949, quello vinto da Coppi grazie alla memorabile fuga solitaria nella Cuneo-Pinerolo; quello narrato, con i colori dell’epica, da Dino Buzzati, inviato del Corriere della Sera. Un po’ Don Chisciotte, un po’ Bartali, Chambaz conosce l’Italia e la pedala rileggendola attraverso i romanzi, la poesia, il cinema, i ricordi privati. Andatura e scrittura segnano lo stesso passo: cadenzato e regolare quando c’è da resistere alla fatica e guardare oltre il paesaggio, nella storia, nell’antropologia, nella politica di una nazione; scattante quando bisogna scollinare i passi della memoria, intima o collettiva.
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Per gli appassionati del genere “Storie vere”
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* Autostop per Baghdad. In memoria di Marla Ruzicka, pacifista *

di Jennifer Abrahamson

(Ed. Tea, trad. di Daria Restani, pp. 280, euro 12,00)

 “Negli ultimi due anni passati prima a Kabul e poi a Baghdad la mia vita si è arricchita di esperienze intime e intense con famiglie rimaste ferite a causa delle azioni militari americane. Sento le loro tragedie come una mia responsabilità. Sono giovane, non sono abituata a queste cose, e sto cercando di trovare i modi per gestirle, ma a dir la verità ho usato un po’ troppo il vino come una specie di medicina, ho negato al mio corpo il sonno e mi sono sentita estremamente inadeguata. Il mio cammino è stato illuminato da mentori che da sempre – dal Vietnam all’America Centrale – si occupano di guerra con umanità e compassione. E non hanno ancora smesso di piangere. In questo mio continuo girovagare a volte mi sono sentita sbagliata, e sola. Perciò voglio tentare di mettere un po’ di radici. Chiedo a tutti voi di ricordarvi di me.”

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Dalla carta al web: voglie di poesia

con reverente omaggio all’arte di Renato Guttuso

[ Il ratto ]

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Colpevolmente trascurata, alfin messer destino riconduce sulla retta via, a visitar lo sito di madama Cristina Bove ove, udite, udite, ci si ritrova a legger di dissacratoria poesia e bada ben, che “non se ne avveda messer Dante

[ Cesto, forbici e limoni ]

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Barbara Garlaschelli, affermata amica scrittrice, dedica “fuori programma” una lettera ad un amico scomparso prematuramente. Rimando d’obbligo in questi giorni, per quanto mi riguarda, a Stefano Repetti di Castel San Giovanni, scomparso a 53 anni nella notte tra giovedì e venerdi per un infarto senza scampo. Se n’è andato in silenzio, negandosi al necrologio sul quotidiano locale, chiedendo che la bara, anche nella camera mortuaria, fosse a coperchio chiuso. Attonito e senza parole non ho potuto far altro che portar omaggio mandando un messaggio e un virtuale abbraccio ad Antonella, imprevedibilmente vedova: buona fortuna, cara amica

[ Ricci ]

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Sono veri tormentoni, quelli delle compagnie telefoniche che, a parole, offrono, più che servizi, luci colori ed effetti speciali. Poi, la cruda realtà. E c’è sempre chi ci casca e si fida. Ultima in ordine di tempo Cri, la nostra amica milanese vittima delle solite promesse non mantenute, in questo caso dalla Telecom: Alice offriva Homevideo 3000. Risultato? “Sono senza adsl

[ Ragazzo alla finestra ]

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Piccola gratificazione da Eleonora Ruffo Giordani: curiosando nel suo sito non ritrovo più il link al mio blog. Un pò abbacchiato sto per recitare il mea culpa (da oltre un anno mi chiede una silloge offrendomi ospitalità nel suo sito) ma guardando meglio mi vedo spostato nella colonna destra, catalogato tra i “siti letterari”. Un bel riconoscimento, soprattutto perché viene da Eleonora, che stimo per la grande sensibilità.

[ Carrettieri ]

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L’esistenza? Appesa. Così la pensa Katherjne che si sente sulla “zattera che traghetta / ancora in un vicolo cieco”. Le fa da contraltare Enza, di fronte “all’eterno contrasto che da immemore tempo si svolge sul campo di battaglia

[ Teschio e cravatte ]

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Pensieri e parole in libertà” da Dora Fiorino che, dalle grigie vie soffocate dal cemento della grande metropoli, Milano, presagisce l’arrivo dei colori, dei profumi, dei sapori, dei rumori del maggio odoroso. Sempre ed ancora l’ultima romantica

[ Racconto del marinaio ]

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Dovere, cara Margherrita, niente altro che dovere”: è la mia risposta ai ringraziamenti (peraltro imbibiti nel latte di due splendide tette biscottate, quelle deliziose proposte dal Maialino Bianco) per le citazioni del blog satirico E voglia ‘e metter rum, chi nasce strunz nun po’ addivintà babbà!”. Citazioni del resto inevitabili, come il post dedicato a quel Grande Fratello che premia scorreggioni e fini ruttatori restando in rima col padrone del vapore e del televisore, Sua Eccellenza messer Berlusconi

[ Crocifissione ]

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Che fare quando la vita s’accanisce? “Sto qui seduta e aspetto”, recita in versi Mariella in Largo del Rosso. Madamemari invece ci avverte: se l’invitiamo per mostrarle la nostra collezione di farfalle, inutile ed anzi controproducente offrirle da bere, è astemia.

Tuttavia …

[ I tetti di Alcamo ]

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Qualcuno ricorda la canzone dei New Trolls, quella che ci riportava il canto di Irish? “Signore, io sono Irish, quello che non ha la bicicletta …”, ed ora grazie a Milvia scopriamo che basta una bicicletta per andare verso il futuro

[ Il faro ]

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Metti un giorno di spedire un racconto ad un concorso letterario. Con la naturale certezza di vincerlo. Oppure che, tanto, vincon solo i soliti raccomandati. Ma se invece fosse proprio il nostro racconto a non meritare nulla? Si confessa Remo Bassini, oggi direttore di un autorevole bisettimanale e scrittore con un discreto spazio faticosamente meritato: lesse di un concorso letterario e per l’occasione scrisse un racconto. Che oggi riconosce non bello.

[ Van Gogh al bordello ]

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Tutte le opere di Renato Guttuso, riprodotte all’interno della cornice, sono tratte dal sito

 http://archivio.panorama.it/home/articolo/idA020001028812

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Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Una risposta a “Nuove uscite letterarie (19/2008): informazioni da Infinitestorie.it con annesse proposte parallele dal web”

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