Novità letterarie da Infinitestorie.it (19/11) con le foto di Altri Luoghi, di Franz Soprani da Piacenza

 
New York City, di Franz Soprani
 
 
Per gli appassionati del genere “Cultura”

* Cattedrali *
di Luca Doninelli
(Ed.
Garzanti, pp. 280, euro 18.60)
 Il Muro del Pianto a Gerusalemme e Harrods a Londra, la Città Proibita a Pechino e la Grand Central Station di New York, Les Halles a Parigi e la Sagrada Familia a Barcellona. Tutti edifici in cui si condensa lo spirito di una città: quando siamo lì, noi e quel luogo ci sentiamo una cosa sola. Perché in quei luoghi avvertiamo – o ci pare di avvertire – qualcosa che va al di là di noi, e che in qualche misura ci trascende. Non importa se tra quelle pareti si onora un dio. L’importante è che questi luoghi ci impongono un diverso punto d’equilibrio nel rapporto tra noi e lo spazio circostante: perché lì vibra la vita, con le strade e le case intorno. Perché lì sono arrivati, per secoli o millenni, i pellegrini, e ora arrivano i turisti, la loro incarnazione moderna. Perché lì s’incontrano e si scontrano la terra su cui camminiamo e l’azzurro del cielo: un cielo che a volte incombe su di noi e ci schiaccia, mentre altrove sembra attrarre a sé quegli edifici, e noi con loro. Quella che conduce Luca Doninelli è una straordinaria riflessione sul paesaggio: il paesaggio urbano, innanzitutto, ancora più cruciale ora che oltre la metà della popolazione mondiale vive nelle città. Ma ci insegna a fotografare anche il paesaggio umano, e l’orizzonte culturale in cui viviamo oggi, disorientati e curiosi. “Cattedrali” è dunque anche un’educazione allo sguardo, che allarga la prospettiva: per farci cogliere meglio, raccontando questi luoghi e le loro storie, il rapporto che lega la storia dell’umanità al senso più profondo dell’esistenza per ciascuno di noi.


* L’Ultimo Testamento della Sacra Bibbia *
 di James Frey
(Ed. Guanda, trad. di Bruno Amato, pp. 320, euro 18,00)
 L’idea di questo libro nasce da una semplice domanda. Se il Messia tornasse sulla terra oggi, dove vivrebbe? Come si comporterebbe? Quali comportamenti e dogmi vorrebbe sovvertire? Nasce da questa riflessione il nuovo romanzo di James Frey. Il protagonista, Ben Zion, nasce in una famiglia di ebrei ortodossi. Insofferente ai precetti imposti dal padre, che governano e schiacciano non soltanto la sua vita, ma anche quella dei suoi numerosi fratelli, decide di scappare, per approdare nella città dove tutto è in movimento, New York. Qui il lettore scoprirà quale vita ha scelto il nuovo Messia, scoprirà che fa l’amore con uomini e donne, che pratica l’eutanasia ai morenti, che sfida i governi e condanna l’ordine religioso.



New York City, di Franz Soprani

Per tutti

* Bullfighting * di Roddy Doyle (Ed. Guanda, trad. di Silvia Piraccini, pp. 272, euro 17,00). Tredici affreschi dell’Irlanda di oggi. Sullo sfondo la crisi mondiale, la disoccupazione e l’incertezza del futuro. Sono storie comuni, di persone comuni, nelle quali ciascuno si può rispecchiare. Roddy Doyle racconta le piccole delusioni quotidiane, il logorio della vita condivisa, uno scenario a tratti desolante, dove però c’è ancora spazio per ridere delle proprie debolezze. C’è la storia di una coppia sposata da tempo, che sembra trovare in un cane l’unico motivo d’unione. C’è un gruppo di amici dublinesi che, durante una vacanza in Spagna, continua a vivere come se fosse a casa, a parlare, ubriacarsi, fino al momento di epifania nell’arena, durante una corrida. Lo sguardo del narratore è pacato, disincantato e compassionevole, nel comporre i tratti teneri e sconsolati in cui la quotidianità e i sentimenti appassiscono, filtrati dal senso dell’umorismo di Doyle.


* Il toro non sbaglia mai *
di Matteo Nucci
(Ed. Ponte alle Grazie, pp. 284, euro 16,80)
 Un italiano non più giovanissimo ha esplorato per anni la Spagna mosso dall’ossessione e dalla fede: la fede che il senso iberico della festa, della morte, della comunità gli trasmetteranno, per vie che non conosce, il segreto profondo del suo essere. Non conosce le vie, ma sa che passeranno per “i tori”: questo è il modo in cui in spagnolo si chiama la corrida. Nel suo viaggio solitario lo scortano Hemingway, García Lorca e Bataille, ma anche Platone e i miti greci, e lo bracca il nostro generale disprezzo verso quelle forme antiche di liturgia, di arte, di allevamento, in cui rispetto materiale e identificazione spirituale si fondono in modi sconosciuti alla nostra sensibilità. In un bar di Cadice, l’italiano si imbatte in Rafael Lazaga Julia, un suo coetaneo ex torero che accetta di iniziarlo, di insegnargli alcune figure del “toreo” e chissà, di prepararlo un giorno ad affrontare se non un torello – cosa già impensabile per un dilettante – una pur temibile vacca selvaggia. Rafael, animato a sua volta dal sogno di tornare nell’arena, lo introduce con un misto di diffidenza e generosità nel proprio mondo taurino, popolato da figure nobilissime e faccendieri da quattro soldi, e lo ospita nella propria famiglia, una famiglia pervasa di mistero: una famiglia eterna con al centro l’ineffabile Mariana, sorella cieca e veggente di Rafael, e il suo bambino, Paco. Attraverso questi incontri l’italiano potrà approfondire – e rendercene partecipi – la conoscenza di un rito che è un’isola di verità e riflessione nel mare accanito e conforme della modernità.


* Angelology *
di Danielle Trussoni
 (Ed. Nord, trad. di Anna Rusconi e Velia Februari, pp. 504, euro 18,60)
 Quando il padre l’aveva affidata alle suore francescane del convento di St. Rose, vicino a New York, Evangeline aveva soltanto dodici anni. In quella pace operosa, la bambina è diventata donna e ha poi scelto di prendere i voti. Adesso si occupa della biblioteca del convento, che ospita un’eccezionale collezione d’immagini angeliche. Ma, proprio in quel luogo apparentemente così lontano dai turbamenti del mondo, Evangeline scopre alcune lettere, spedite negli anni ’40 dall’ereditiera Abigail Rockefeller a una suora del St. Rose: in esse vengono citati una misteriosa spedizione nella Gola del Diavolo, in Bulgaria, e il ritrovamento di un cadavere perfettamente conservato. Il cadavere di un angelo. Per Evangeline, quelle lettere sono il primo tassello di una storia che affonda le sue radici nella notte dei tempi: la storia degli angeli che hanno tradito Dio e della malvagità che è scesa sulla Terra con un battito d’ali; la storia dei Nefilim, le creature generate dall’unione tra gli angeli ribelli e i mortali; la storia degli angelologi, un gruppo di studiosi che, da generazioni, si tramandano il segreto dell’esistenza dei Nefilim e combattono contro di loro. E, soprattutto, la storia di uno strumento musicale di origine divina e dai poteri straordinari, uno strumento andato perduto e che ora Evangeline ha il compito di recuperare, prima che lo facciano i Nefilim.



Kiev, di Franz Soprani

Per gli appassionati del genere “Thriller, Horror, Noir”

* Buio d’estate *
 di Mons Kallentoft
(Ed. Nord, trad. di Alessandro Storti, pp. 412, euro 18,60)
 Non ricorda niente, Josefin. Camminava nel parco, poi è stata aggredita. Infine il buio. Guardando gli occhi di quella fragile quindicenne, violata nel corpo e nell’anima, l’ispettrice Malin Fors vede gli occhi di sua figlia e sa di dover fare giustizia. Nel giro di pochi giorni, però, un’altra adolescente scompare nel nulla e, quando viene ritrovata, Malin questa volta non può neppure guardarla negli occhi. Perché la ragazza è stata uccisa e il cadavere è stato abbandonato in riva al lago che costeggia Linköping, coperto da un sudario di sabbia. E il caldo asfissiante che opprime la città sembra rallentare anche il corso delle indagini: prima i sospetti si appuntano su un gruppo di extracomunitari; poi, dopo aver accertato che il colpevole non può essere un uomo, gli investigatori si concentrano sulla comunità lesbica di Linköping. Scatenando così l’ira e l’indignazione dell’opinione pubblica, che non esita ad accusare la polizia di razzismo e d’intolleranza. Tuttavia Malin è l’unica a intuire che, per fermare l’assassino, è necessario scavare in un passato oscuro e tormentato, lasciandosi guidare da quegli occhi: gli occhi delle vittime, ma anche dei colpevoli. Per ascoltare le loro storie, per vivere le loro paure, per conoscere le loro verità.



Barcelona, di Franz Soprani

 Per gli appassionati del genere “Sentimenti”

* L’inverno si era sbagliato *
di Louisa Young
(Ed. Garzanti, trad. di Roberta Scarabelli, pp. 352, euro 18.60)
 Inghilterra, 1915. Come ogni mattina, Julia compie i rituali dell’attesa: lucida la casa alla perfezione, indossa l’abito più elegante che possiede e si acconcia i capelli, accorda il violoncello e poi si siede alla finestra. E aspetta. Aspetta che la promessa venga mantenuta, che suo marito Peter torni dal fronte. Anche Nadine aspetta, ripensando come ogni giorno a quell’amore tenero e spensierato sbocciato a Londra, sotto la neve d’inverno. Quello che nutre per Riley è un amore impossibile, contrastato aspramente dai genitori di Nadine. Ed è proprio per conquistarli che Riley è partito per il fronte, per quella guerra lampo che, dicevano tutti, sarebbe durata soltanto un inverno. Ma l’inverno si era sbagliato. Rose non ha tempo di aspettare. Infermiera in prima linea nel conflitto, ha visto troppi uomini feriti nel corpo quanto nell’anima aspettare soltanto una cosa, la morte. E c’è un filo sottile, fragile e capriccioso, fatto di messaggi dalla trincea, che Rose ha visto troppe volte spezzarsi. Julia, Nadine e Rose sanno che quella maledetta guerra è una lunga attesa, ma unite dalla medesima determinazione e dall’imprevedibilità del destino scopriranno che quest’attesa può essere interrotta solamente in un modo: con il coraggio dei loro cuori.


* Segreti di famiglia *
 di Tatiana de Rosnay
(Ed. Corbaccio, trad. di Valeria Galassi, pp. 344, euro 18,60)
 Il parigino Antoine è seduto in un ospedale di provincia in attesa del responso: sua sorella è sotto i ferri, non si sa se ce la farà. Ha avuto lui l’idea di portare Mélanie nella casa della loro infanzia per festeggiare i quarant’anni di lei, una casa che avevano abbandonato dopo la morte della madre trent’anni prima. Quanti ricordi ha messo in moto questo breve weekend, quante cose taciute, quante sorprese, fino all’ultima rivelazione che sua sorella stava per fargli quando ha perso il controllo dell’auto. Mentre aspetta Antoine fa un bilancio della sua vita: la moglie che l’ha lasciato, i figli adolescenti e incomprensibili, il padre anziano che lo tiranneggia e poi il grande interrogativo sul segreto di Mélanie. Soffocato da un passato dal quale non riesce a liberarsi, Antoine riceve un aiuto del tutto inaspettato da una donna che incontra in ospedale, bella, vitale e con un mestiere molto particolare: l’imbalsamatrice. Anche lei ha dei segreti che l’hanno portata a fare un lavoro così insolito. E grazie a lei, che con la morte ha un rapporto quotidiano, Antoine imparerà a vivere di nuovo.



Barcelona, di Franz Soprani

 Per gli appassionati del genere “Storie vere”

* Le figlie perdute della Cina *
di Xiran
(Ed. Longanesi, trad. di Valentina Quercetti, pp. 244, euro 17,60)
 Nel cuore della regione più povera della Cina, lungo il fiume Giallo, il tempo sembra essersi fermato. Ogni donna, ogni sposa sa che deve mettere al mondo un figlio maschio. Quando disgraziatamente nasce una femmina, la madre sa che cosa deve fare: sbarazzarsi di lei, abbandonarla al proprio destino, perché dove ci sono troppe bocche da sfamare non ci si può permettere il “costo” di crescere una figlia femmina. La pratica dell’abbandono delle bambine appena nate è tuttora molto diffusa in Cina e non soltanto nelle zone rurali, ma anche nel resto del Paese. Il boom demografico degli ultimi vent’anni ha imposto una politica restrittiva di controllo delle nascite. A ogni famiglia è concesso un figlio solo. In questa inchiesta la giornalista Xiran restituisce la voce a tutte quelle bambine che il mondo non ha voluto.


* Ciò che conta è la bicicletta *
di Robert Penn
(Ed. Ponte alle Grazie, trad. di Carlo Capararo, pp. 220, euro 14,00)
 Senza dubbio il più popolare mezzo di trasporto nella storia, la bicicletta è una delle più grandi invenzioni dell’umanità. Robert Penn ci va da quando ha memoria, ci ha anche fatto il giro del mondo. Tuttavia, nessuna delle innumerevoli due ruote che ha posseduto è riuscita a incarnare fino in fondo questa sua autentica devozione. È il momento di farsi fare una nuova bicicletta, un gioiellino costruito su misura in grado di riflettere appieno lo stato di grazia in cui si trova mentre pedala, quello di “un comune mortale in contatto con gli dèi”. “Ciò che conta è la bicicletta” è un appassionante viaggio nella progettazione e nella costruzione della bici dei sogni. Da Stoke-on-Trent, dove un artigiano gli cuce addosso un telaio fatto a mano, alla California, patria delle mountain bike, dove nel retro di un anonimo negozio Robert assiste alla nascita delle ruote, passando per Portland, Milano e Conventry, culla della bicicletta moderna, è il racconto di una storia d’amore. E già che c’è, pezzo dopo pezzo, Penn coglie l’occasione di esplorare la cultura, la scienza e la storia della bicicletta, per narrarci come abbia cambiato il corso della storia dell’uomo.



London, di Franz Soprani

Per gli amanti degli animali

* Tutto per un cane *
di Ann M. Martin
(Ed.
Salani, trad. di Valentina Zaffagnini, pp. 200, euro 13,50)
 Bone è un cagnolino che ha perso la mamma e, per motivi diversi, anche le due famiglie che lo hanno successivamente adottato. Charlie è un uomo nella cui memoria bruciano ancora le morti del fratellino e del loro cucciolo Sunny. Henry è il figlio di Charlie, ha undici anni e vorrebbe tanto un cane: farebbe qualsiasi cosa per averne uno. Lo mette sempre al primo posto nell’elenco dei regali per Natale, ma suo padre non vuole saperne. Henry, che è tanto obbediente quanto tenace, non rinuncia al suo sogno, e quando incontra il randagio Bone è deciso a non lasciarsi sfuggire la possibilità di realizzare il suo grande desiderio. Tre vite, quelle di un padre, di un figlio e di un cane, intrecciate in una storia che parla di incontri e separazioni, di abbandono e di rinascita, della morte e dell’irrinunciabile ricerca della felicità che accompagna la vita.



London, di Franz Soprani, presente in facebook

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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