Notizie dal fronte: Bollettino 2 Novembre 1916, firmato Luigi Cadorna, l’uomo della disfatta di Caporetto e dei soldati fucilati senza processo

Sulla fronte Giulia nella giornata di ieri le nostre truppe attaccarono le forti difese dell’ avversario sulle alture ad oriente di Gorizia ed una nuova linea di multipli trinceramenti ad est del Vallone sul Carso. Nella mattinata artiglierie e bombarde con violenti e precisi fuochi distruttivi apersero larghi squarci nella linea nemica. Alle 11 le nostre fanterie vennero lanciate all’ assalto. Nella zona di Gorizia, superando gravi difficoltà di terreno impaludato dalle recenti pioggie e l’accanita resistenza dell’avversario furono conquistati estesi trinceramenti sulle pendici occidentali di Tivoli e di San Marco e sulle alture ad est di Sober.

Sul Carso le valorose truppe dell ‘XI Corpo d’ Armata espugnarono le ripide boscose alture del Veliki Hribach (Quota 343) e di Quota 376 ad est della precedente, il monte Pecinka e l’altura di Quota 308, ad oriente di esso si spinsero sino ad un chilometro circa ad est di Segeti. A mezzodì della strada da Oppacchiasella a Castegnevizza la forte linea nemica fu in più punti superata e mantenuta poi contro i gli insistenti ritorni offensivi dell’ avversario.

Nel complesso della giornata prendemmo 4731 prigionieri, dei quali 132 ufficiali, due batterie di cannoni da 105 di tre pezzi ciascuna, mitragliatrici, molti quadrupedi e materiali da guerra di ogni specie. Velivoli nemici lanciarono bombe su alcune località del Basso Isonzo. In Pieris fu ucciso un milite e feriti un capitano medico e quattro militi tutti della Croce Rossa. Una poderosa squadriglia di sedici Caproni, scortati da Nieuport, bombardò accantonamenti nemici nella vallata di Frigido, sui quali furono lanciate due tonnellate di esplosivo. Nonostante il fuoco di numerose batterie controaeree e gli insistenti attacchi di velivoli nemici, gli arditi aviatori ritornarono tutti incolumi ai propri campi.

Firmato: CADORNA (dal sito www.notiziedalfronte.it)

Tomba di un caduto

Comandante e autocrate dell’esercito il conte Luigi Cadorna era il capo di Stato Maggiore. I soldati lo avevano in poca simpatia e lo citavano in canzonette irriverenti («Il general Cadorna / ha detto alla regina: / se vuol veder Trieste / la guardi in cartolina»). Fra gli ufficiali in trincea aveva fama di iettatore: «Nominare Cadorna in un crocchio di camerati sollevava un coro di esclamazioni e produceva uno scompiglio di braccia e di mani che cercavano lo scongiuro in un pezzo di ferro o negli attributi maschili», attesta un ufficiale della brigata Alessandria. Luigi Cadorna è stato criticato per la scarsa intuizione psicologica e l’indifferenza al morale della truppa, per la convinzione fors’anche ottusa che l’esercito dovesse obbedire e basta, e che per ottenere l’obbedienza bastasse la disciplina, col risultato che nell’esercito italiano si fucilavano gli uomini, talvolta anche senza processo, molto più facilmente di quanto non accadesse in tutti gli altri eserciti del fronte occidentale.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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