“Non c’è gusto”, recensione del libro di Gianni Mura a cura di Vittorio Melandri

IN UN MONDO DI SERVI CHE AMANO AVERE UN PADRONE, COME ETIENNE DE LA BOÉTIE DENUNCIAVA NEL SUO “DISCORSO SULLA SERVITÙ VOLONTARIA”, GIÀ NEL XVI SECOLO, INDICARE CHE ESISTE ANCHE IL PIACERE DELLA LIBERTÀ E LA LIBERTÀ DEL PIACERE, PUÒ RISULTARE INUTILE, E PROBABILMENTE LO È.

In un libro che sin dal titolo, “Non c’è gusto”, dichiara la sua vocazione autoironica, ovvero seria e responsabile, Gianni Mura riassume la sua pluridecennale esperienza di Cr (Critico responsabile) del vasto mondo della ristorazione, e arrivando a parlare dell’amico (Luigi) Gino Veronelli, detto da lui anche “sua Nasità” e pure anagrammato in, “le lion ivrogne” (il leone ubriacone), che a Veronelli piacque tanto da farne uno pseudonino, Mura ci regala un piccolo cameo su cui riflettere.

In questi tempi grami, in cui anche la piacevole sensazione che il “No” del Popolo greco possa segnalare che un mondo diverso è possibile, mi si spegne nel cuore e nella mente come capita in breve ad un moccolo di candela ormai consunto, lo offro alla lettura di chi passa di qua, insieme ad una canzone di un altro Luigi da tempo scomparso.

Gino Veronelli, scrive Mura …..

“Si dichiarava anarchico dal 1946, dopo aver ascoltato Benedetto Croce a Milano. Era stato tra i fondatori del movimento Terra e Libertà. Giorno dopo giorno era diventato quasi cieco, ma non è per questo che suonano profetiche alcune righe che scrisse nel 1998. Eccole:
«Solo oggi, più che settantenne, vedo con chiarezza: il potere ha utilizzato – con un vero e proprio capovolgimento dei propositi -ciò che era nei nostri sogni, anziché far l’uomo più libero con il progresso, la scienza, la macchina, la cultura ecc., renderne più rapido e sicuro l’asservimento. Ogni scoperta e ogni invenzione – nate tutte (oso credere) dal proposito di essere vantaggiose all’uomo – sono state deviate e utilizzate contro l’uomo. Basta guardarsi attorno, con un minimo di senso critico e morale e ci si accorge che tutto, ma proprio tutto, viene attuato per renderci servi. Un tentativo che – pur essendo tutt’altro che escluse le violenze e le atrocità dei vari fondamentalismi (sotto le tante maschere, religione ed etnia in primis) – aggredisce l’uomo, con i mezzi suadenti della comunicazione di massa. Chiaro e orrifico il fine: non più individui, non più cittadini, ma milioni di uomini e donne, senza volto né storia, servi».”

E per lasciare almeno uno spiraglio aperto alla speranza ricordo anche queste parole di Mura:

“Sui muri della prima Casa del popolo fondata in Italia, nel 1893 a Massenzatico, nel Reggiano, nell’ottobre 2010 è stata scoperta una lapide in marmo bianco di Carrara per ricordare Veronelli. Sopra c’è scritto:
«Insegnò al mondo il piacere della libertà e la libertà del piacere».”

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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