“Neve”, lirica di Don Enrico Gallarati (1923-1998) scritta in Tornolo -PR- il 5.02.1954

Paesaggio invernale, olio su tela di Marika Benatti

Tenue figlia dell’acqua e del gelo
candido ammanto alla terra operosa
scende in volteggi la neve dal cielo,
lieve su i campi e le case si posa.
Gelida? No! Chè il vecchio ed il malato
se scampo trova appresso al focolare,
il bimbo vi s’avvoltola allietato,

l’atleta ha una gran pista per le gare.
Ma più che il bimbo o lo sciator s’allieta
nell’intimo del cuore il pio colono
che al rimirar pregusta la segreta
certezza del buon pan, celeste dono.
Alba di neve, olio su tela di Giuliana Liguori

Don Enrico, classe 1923, dopo l’ordinazione sacerdotale ed una breve parentesi in Diocesi scelse la vita missionaria: malgrado la salute malferma operò in Uganda negli anni ’60, periodo in cui il paese fu attraversato da guerre e violenze. Tornato nella nativa Borgonovo a metà anni ’70 divenne cappellano dell’Ospedale Civile dove rimase fino a pochi anni dalla morte, avvenuta il 18 agosto 1998.
Oltre che uomo di carità, instancabile sia verso gli ultimi in Africa sia verso i malati a Borgonovo, nonostante la malaria contratta in Uganda e le numerose operazioni subite, Don Gallarati fu anche poeta: scrisse otto opere e ottenne un premio dal Vaticano (“Neve” è stata pubblicata in Epos Italico, sua quinta opera stampata da Scuola Tipografica Don Orione di Borgonovo Val Tidone nel 1978).
Innamorato del suo paese era anche storico e collaborò per numerose pubblicazioni e testi storici.
Don Gallarati fu anche l’ultimo Parroco di Bruso: succedette a Don Elmo Rossi, improvvisamente scomparso nel 1978 e guidò la piccola comunità sino a quando, a fine anni ’80, la Parrocchia fu soppressa e accorpata a Borgonovo.“
 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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