“Misteri, leggende, atmosfere del Grande Placido Fiume, l’incontro con la Dea adespota e altre storie della gente di fiume a Roncarolo di Caorso” (2)

Continua la nostra passeggiata in zona di golena a Roncarolo di Caorso e, diciamo così, eccoci ad un inaspettato incontro che ci costringe a … prenderla un pò da lontano. La mitologia ci racconta di molte figure femminili poste a difesa e protezione dei fiumi e delle acque. Gli atzechi avevano Chalchiuhtlicue, dea delle acque, dei laghi e dei fiumi, ma anche  Opochtli, dea della caccia e della pesca. Da non dimenticare Sinnan, dea irlandese del fiume Shannon e Ehuang e Nuying, dee del fiume Xiang. Tra gli egizi Nefti, dea dei fiumi e Tefnut, dea dell’acqua e della fertilità mentre i greci propongono Teti, madre dei fiumi. Inevitabile infine la citazione di Ganga, dea del fiume Gange e della purezza.

Ma soffermiamoci su Teti che, secondo la leggenda, creò un fiume insieme ad Oceano e lo chiamò Eridano. Era una fiume che si trovava “nel lontano nord ovest” cioè, secondo i più, quello che oggi chiamiamo il nostro Po, ovvero il fiume fatto di stelle considerato che con lo stesso nome viene chiamata una costellazione dell’emisfero celeste australe, costituita da una sinuosa linea di stelle non molto luminose ma che sembra disegnare un percorso molto simile a quello del nostro Grande Placido Fiume.

Bene. Ma cosa succede passeggiando in zona di golena del nostro Po a Roncarolo di Caorso? Già ieri abbiamo parlato del totem con il Magaton, l’anatra di legno utile per ingannare le sue prelibatissime ma ingenue sorelle selvatiche e garantire ai cacciatori il pranzo e la cena per tutta la famiglia. Un pensiero che impone una piccola disgressione culinaria, sull’anatra, piatto dal gusto dolce e delicato che si può apprezzare in molti modi: arrosto, ripiena, in umido o al forno. Abbinata a contorni di verdura o alle patate, cucinata con salse al formaggio o con la classica salsa all’arancia e altre varianti che chi ha più fantasia la mette (ad esempio, non ho mai assaggiato l’anatra alle ciliegie). Ottimi abbinamenti sia con i sapori forti come con quelli più delicati: per questo spesso si accompagna alle carote con una foglia di alloro, aglio, senape, erbe aromatiche o grana padano. Da provare anche la squisitezza delle pappardelle con ragù d’anatra o le ali di anatra in padella. E qui il suggerimento, legato a curiosità da acquolina in bocca, è d’obbligo: uscire dalla zona di golena, attraversare l’argine e scendere sul lato sinistro entrando in paese dove, superata la chiesa, troveremo l’Antica Trattoria Tonoli specializzata in cucina piacentina tradizionale, sicuramente anitra arrosto compresa.

Petto d’anatra con salsa al vino rosso

Ma non di solo pesce, di anatra, di salame cotto: il Grande Placido Fiume non nega altre scoperte. Tornati in zona di golena, passato il piccolo porto d’approdo della Tana del pescatore, ecco i capanni di ristoro utili per la sosta ma anche per l’appostamento del cacciatore o per il deposito degli attrezzi per la pesca, ecco i tavoli di legno dove quattro accaniti giocatori si sfidano a briscola e volano insulti al primo grave sbaglio che pregiudica l’esito della partita e infine ecco l’incontro del tutto inaspettato nientedimenoche con la statua di una dea d’ignota origine.

Con una curiosità: l’autore della collocazione ha voluto precisare di chi si tratta e ha scritto sul torace a lettere maiuscole il nome Marilena. Strano a dirsi ma non esistono sante con questo nome per cui deve forse ritenersi che la statua rimandi ad epoche lontane, magari all’antica Etruria cioè all’epoca precristiana. Si tratta infatti di un nome adespota cioè, tornando all’antica grecia, ‘senza padrone‘, ‘senza santo protettore‘ per il culto cattolico.

Insomma, storie della gente del nostro Grande Placido Fiume, fiume pagano, luogo antico origine e protagonista di culti antichi, dove Zeus fece precipitare il carro del Sole e l’imprudente Fetonte trovò la morte. Ma, questa, è tutta un’altra storia, una delle tante che il fiume porta con sè e se ti siedi sulla panchina e chiudi gli occhi, sentirai l’acqua lentamente scorrere e, se la sai ascoltare, raccontare. La voce del nostro Po. A Roncarolo di Caorso.

 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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