“Le spie non devono amare”, romanzo noir di Giorgio Scerbanenco

Un avvio subito al fulmicotone: Roma, la signora Falk, moglie di una spia, cerca di sfuggire alla polizia. Deve semplicemente lasciare in un bar, attaccandola sotto il tavolino, una busta con i soldi destinati al marito nascosto e ricercatissimo. Stacca di colpo il nastro adesivo sulla gamba oltre la giarrettiera, sta per attaccare il pacchetto coi soldi, quando una donna, comparsa d’improvviso, si siede al tavolo. “Polizia, signora Falk, stia calma” e le stringe il braccio destro bloccando la mano che tiene i soldi che Falk non riceverà mai più. E una spia nascosta non si sa dove, senza soldi, non ha scampo. Scerbanenco ci racconta la storia di una ragazza romana che, suo malgrado, incontra l’uomo della sua vita, viene corteggiata, se ne innamora perdutamente. Non immagina certo il lavoro che fa, lo pensa un importante rappresentante di un gruppo industriale irlandese e, quando viene a sapere la verità, che può fare? L’amore, l’amore quando c’è supera ogni logica, ogni considerazione, ogni pericolo. Così lo segue nella buona e nella cattiva sorte, come del resto promesso sull’altare, attraverso mille avventure. Il problema diventa quando Falk (ovviamente non è questo il suo vero nome: nessuna spia agisce con il proprio vero nome, la sua vita ‘ufficiale’ non è altro che una ‘copertura’) decide che il tempo di quel lavoro si è concluso. Vuole la sua libertà, vuole vivere con Ornella una vita normale. Ma davvero una spia può pensare di essere ‘liberata’ dai suoi padroni? Depositario di mille segreti, delle responsabilità di un sistema di potere in costante lotta contro un altro sistema di potere, una spia se ‘lascia’ non può che essere pericolosa per cui, non resta che fuggire, nascondersi, in attesa di trovare il modo per fuggire, per ‘sparire’. Naturalmente con Ornella. Magari in Australia. Senza pensare che il mondo in fondo in fondo è piccolo. E colonie, sulla Luna o su Marte, ancora non le abbiamo realizzate. Come sempre un libro da letteralmente divorare, un grande scrittore di noir che sa ‘prenderti per la gola’, senza mai mollare dalla prima all’ultima pagina.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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