La “Casa di tolleranza” era regolamentata da una legge ben specifica della pubblica sicurezza composta da ben 18 articoli. Era una società compartecipata dallo Stato Regio, come “socio di maggioranza” e ne sceglieva tutto il personale e il suo consiglio di amministrazione, selezionandolo tramite l’autorità della PUBBLICA AMMINISTRAZIONE TERRITORIALE e i concorsi pubblici, ed era regolamentato e si comportava come un qualsiasi altro ENTE PARASTATALE (con scopo di PUBBLICO SERVIZIO), alle dirette dipendenze del MINISTERO DELL’INTERNO (ministero a cui faceva capo, durante il ventennio, come ministro lo stesso Benito Mussolini oltre ad essere capo dello stato…) IL PROPRIETARIO era completamente escluso, non aveva nessuna voce in capitolo, perché nel preciso istante in cui il Prefetto dichiarava il “locale” LUOGO DI MERETRICIO, doveva obbligatoriamente sottoporsi davanti alle autorità preposte al “FORMALE ATTO DI SOTTOMISSIONE, CON PERDITA DI TUTTI I DIRITTI DI GODIMENTO DELLA PROPRIETÀ” per cui per legge gli spettavano solo due “facoltà”, quella di avere in cambio un “CONGRUO” affitto (direttamente determinato dalla categoria della “casa”, e di quella della città in cui”esercitava”) e quella di “presenziare” al consiglio di amministrazione (ma senza diritto di voto, e di veto su nulla e nessuno). l’intera superficie dell’area nei confini della casa veniva trattata come fosse “DEMANIO DELLO STATO” E tutti i beni e servizi ivi contenuti erano automaticamente acquisiti dello Stato Regio (compreso il telefono, che aveva un recapito a parte, segnalato nell’elenco telefonico in maniera specifica, e per questo poteva essere usato da un qualsiasi pubblico ufficiale, o per una qualsiasi azione di pubblica utilità “giustificata”, come ad esempio un’emergenza pubblica)
Era un SOSTITUTO D’IMPOSTA, con tanto di ritenuta d’acconto, per tutti i suoi dipendenti, spesso la tenutaria seguiva la denuncia dei redditi personale di ogni prostituta.
Era un’attività commerciale “CALMIERATA”, che all’epoca aveva lo scopo di dare un “servizio di pubblica utilità” ospitando i “clienti” in una struttura come fosse “pubblica” e che quindi dovevano essere “accettati” e regolarmente “registrati”.
ALLA VOSTRA DESTRA : Registro giornale elenco presenze vidimato Stato Regio, obbligatorio per tutti i locali di meretricio. Nel quale era descritta giornalmente, in maniera minuziosa e particolareggiata, la composizione e l’organizzazione dell’intero personale della casa di tolleranza, con dovizia d’incarichi, ruoli e compiti, e veniva annotato anche l’appello giornaliero, i permessi con tanto di destinazione, le assenze (se giustificate o meno come malattia ed infortuni…), le punizioni, le ispezioni sanitarie al personale, l’eventuale convalescenza dopo il reintegro al servizio con altre mansioni più “leggere”…calendario con i turni di ferie, e festività ecc… Ma soprattutto l’elenco dei clienti con annotato l’orario d’accesso e d’uscita correlato del numero di matricola del documento, della descrizione di tutte le loro generalità e professione.
ALLA VOSTRA SINISTRA: Registro giornale elenco amministrativo vidimato Stato Regio, obbligatorio per tutti i locali di meretricio. Nel quale era descritta in maniera minuziosa e particolareggiata tutta la vita amministrativa (entrate, uscite, compensi, passività, utili, tasse ed imposte), con tanto di fatture al seguito da allegare per giustificare qualunque “movimento” (come ad esempio la spesa per le riparazione e manutenzione degli impianti), ma anche di tutto il personale, la paga di ogn’uno dei dipendenti Tenutaria compresa…
I registri erano disponibili per eventuali consultazioni solo ed esclusivamente agli ufficiali addetti al controllo del locale di meretricio, alla tenutaria, che ne aveva la responsabilità condivisa con il proprietario (quest’ultimo non aveva accesso alle informazioni riservate…dei clienti e delle prostitute…) e l’eventuale aiuto contabile, che doveva attenersi al più scrupoloso riserbo…