La storia di Giulietta e Romeo? Una formidabile trovata novecentesca. Dal balcone, alla casa, alla famiglia, alla tomba, tutto falso.

Un’immagine esposta nella ‘casa dei Capuleti’, la presunta famiglia veronese che mai ha abitato in quel di Verona

Bella, Verona. E bella la tanta gente, d’ogni età, che s’aggira per ponti, vicoli e strade, nel nome del reciproco o del desiderato amore. Ovunque cuori, lucchetti, poesie, d’amore atteso, d’amore verso, d’amore terso, d’amore intenso, d’amor negato. E paccottaglia. Magliette, cuori di plastica, statuette, magneti, anelli, guide, cartoline. Merchandising.

La statua di Giulietta all’ingresso della casa di fronte alla scala che porta al famoso balcone

Una grande capacità di evocazione turistica, un simbolo che richiama gente da tutto il mondo perché poco importa che la storia sia vera o falsa, quel che conta è il saper parlare, da parte dell’industria turistica veronese, al cuore che ha bisogno d’amore.

Il cortile interno ove s’affaccia il famoso balcone e in centinaia di migliaia portano il loro omaggio all’amor contrastato

E il tutto, allora? Semplicemente falso. Forse leggenda ma più realisticamente fantasia del narratore. Anzi, dei narratori. A partire dal balcone sul quale Giulietta sospirava e in centinaia di migliaia salgono, dopo il restauro e la riapertura dello scorso dicembre.

Il balcone, proveniente da Castelvecchio, parte integrante della furba trovata novecentesca dell’industria turistica veronese

Il balcone, scrive Francesca Fontanili, proviene da Castelvecchio come si può vedere in una foto che ritrae Vittorio Emanuele III nel 1926. Venne successivamente inserito diventando una fantastica trovata novecentesca.

L’allestimento di una stanza da letto di fattezza tardo medioevale dove nessuna Giulietta Capuleti ha mai dormito nè vissuto

Ma oltre al balcone si visita, alla ‘modica’ cifra di 6 euro, la casa, con tanto di dipinti, statua di Giulietta, affreschi, camera da letto ammobiliata, abiti dell’epoca ed altre (fasulle) amenità (pur caratteristiche ed allettanti). Scoprendo che non solo il balcone è un falso ma falsa è pura la casa poiché la famiglia dei Capuleti, se mai esistita, non ha mai dimorato in quel di Verona e l’abitazione (forse) può essere ricondotta per assonanza ad una famiglia Dal Cappello all’interno della quale di nessuna tragedia d’amore vissuta è dato di sapere.

All we need is love. Giuramento d’amore eterno a Castelvecchio

Scopri anche che nemmeno puoi ricondurre la vicenda esclusivamente alla fantasia di William Shakespeare. Secondo ad esempio Antonio Socci i veri protagonisti della storia ‘originale’ sarebbero Giannozza Saraceni e Mariotto Mignarelli, un tragico amore vissuto in terra di Siena e narrato da Masuccio Salernitano nel 1476, ovvero un secolo prima rispetto all’opera di William. Per tacer di altri narratori che, appunto, nel tempo ‘aggiornarono’ la storia fino al trasferimento dalla piazza del Campo senese in quel della fatal Verona.

Il lucchetto solitario senza sigle e iniziali, forse aspirazione per un amore atteso ma non ancora fiorito

Insomma, il segreto del luogo, della casa, della storia, é il simbolo per quanto farlocco dell’amore appassionato e tragico. Una furbata novecentesca veronese che tuttavia accarezza il cuore di tutti ad ogni età perché, come sempre nel novecento cantavano i Beatles, “all we need is love”, tutti noi sogniamo amore.

E per completare l’opera, l’allestimento della tomba di Giulietta. Un catafalco senza simboli e insegne come s’usava realmente con i suicidi nell’epoca dei secoli bui in bilico tra alto medioevo e rinascimento

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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