Incontro con Lume Plaku, emigrata dall’Albania approdata in Italia nel lontano 1991

Gropparello (Pc), 29 novembre 2014 – Lume Flaku (nella foto) presenta la pubblicazione bilingue “Valori come oro” con le sue favole d’ispirazione albanese. Con letture di Dalila Ciavattini e introduzione di Ferruccio Braibanti e Raffaele Maggi, Presidente Circolo Auser

Era il 7 marzo del 1991 quando l’Italia scoprì di essere una terra promessa per migliaia di albanesi. Quel giorno arrivarono nel porto di Brindisi, a bordo di navi mercantili e di imbarcazioni di ogni tipo, 27mila migranti. Fuggivano dalla crisi economica e dalla agonizzante dittatura comunista in Albania. Quei giorni ormai lontani sono rivissuti nel racconto di Lume Plaku per iniziativa dell’attivissimo Circolo Auser di Gropparello (Pc) in occasione della presentazione dei libri di Lume e in particolare di ‘Valori come oro’, raccolta bilingue di novelle e racconti della tradizione albanese.

 
La vita, nell’Albania che usciva da decenni di dittatura, non era più accettabile. Per anni si era vissuti senza poter parlare, senza poter pensare. Criticavi l’assenza di un prodotto nei negozi? Propaganda antiregime, praticamente certo l’arresto e la condanna a un lungo periodo di rieducazione in carcere.
 
Mancava tutto e di tutto, in base al momento arrivavano migliaia di forbici e si formavano code impressionanti per procurarsene una. Poi per mesi niente più forbici. Forse potevi trovarne al mercato nero. Se ti lamentavi perché al tuo turno erano finite immancabilmente venivi segnalata da qualche delatore. Se non ti lamentavi ma eri invisa a qualcuno, qualche parente, qualche vicino, non era escluso venissi segnalata comunque. Ed era l’arresto, la prigionia.
 
Mancava tutto e di tutto ma i capi del Partito avevano case decorose, case grandi e qualcuno vantava rubinetti d’oro in bagno. La crisi era terribile e la diseguaglianza aveva raggiunto livelli inaccettabili.
 
L’Italia, invece, era il Paese della ricchezza, come la si vedeva in televisione (per chi aveva la fortuna di collegarsi con le trasmissioni italiane). Per questo, mentre gli studenti contestavano chiedendo elezioni libere, un giorno molti hanno raggiunto il porto. Lume racconta che, tra questi, c’era il figlio e lei, con il marito, corse al porto per ritrovarlo.
 
C’erano i soldati per arginare quella massa di persone che voleva fuggire, abbandonare il Paese, scegliere la libertà. I soldati sparavano, ha raccontato Lume, perché così dovevano fare, quelli erano gli ordini. Ma sparavano in aria e non fermavano nessuno.
 
La gente, a centinaia, a migliaia, saliva su due grandi mercantili. Quando sono partiti altri continuavano ad arrivare e salivano su tutte le imbarcazioni possibili e disponibili. 27mila in tutto che arrivarono al porto di Brindisi, con le autorità italiane che non sapevano come affrontare la situazione. Solo dopo molte ore venne concesso lo sbarco.
La Vlora, la nave cisterna che ad agosto 1991 porta Lume in Italia con tutta la famiglia e migliaia di altri albanesi in fuga dalla miseria 
Dunque, dopo ore di paura durante la traversata, si trovavano di fronte a un paese che gli apriva le porte con difficoltà. Un’accoglienza fredda per migliaia di persone che avevano bisogno di assistenza.
 
Qualche mese dopo, ad agosto, anche Lume e la famiglia decisero di affrontare il viaggio, di attraversare il mare, di iniziare una vita nuova e s’imbarcarono sul mercantile ‘Vlora’, carico di migliaia e migliaia di profughi. Un secondo viaggio affrontato da altri 20mila albanesi che, stavolta, sbarcarono a Bari per poi, dopo qualche tempo, essere ‘smaltiti’ in tante località dello stivale.
 
Lume arrivò a Pontedell’Olio e lì trovò occupazione come badante di un’anziana. Trattata benissimo dal marito, da lei si sentiva indicata come donna di gran bruttezza (in realtà ancora oggi Lume, ormai nonna, conserva tutti gli elementi di una bellezza che l’ha accompagnata per tutta la vita). Umiliazioni, insomma. Accoglienza non certo di quelle a braccia aperte. Ma comunque la possibilità di tirare avanti, senza più code chilometriche davanti agli scaffali dei negozi. Non mancano forbici, in Italia.
 
Sono passati molti anni, dai tempi del racconto di Lume. Oggi l’Albania è una terra emergente in ambito europeo, meta di turismo, paese nel quale è possibile vivere con ben poco da invidiare ad altre realtà. I racconti di quel che è stato sono però sempre fondamentali: conosci il passato per capire il presente e proiettarti al futuro. Futuro, ma senza dimenticare le proprie radici, il proprio passato.
 
Oggi Lume è cittadina italiana ma nel cuore mantiene la sua prima Patria, resta e sempre resterà albanese. Ecco dunque la pubblicazione diValori come oro‘, 128 pagine stampate dallaltrapartedelmare con le novelle che la nonna racconta ai nipoti ma bilingue perchè questa nonna vive con i suoi nipoti aldiquàdelmare. In attesa di pubblicare in Italia il racconto della sua storia, già pubblicato in Albania e in parte anticipato nell’incontro nella sede dell’Auser a Gropparello. Ma di questo, speriamo, ne parleremo in un futuro prossimo venturo dedicato al passato mai dimenticato.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Una risposta a “Incontro con Lume Plaku, emigrata dall’Albania approdata in Italia nel lontano 1991”

  1. Riporto il commento lasciato da Lume in facebook:Caro amico Claudio ! Dal cuore ti ringrazio per il tuo impegno ad onorarmi con quando hai scritto. Anche se tutte quelle scritte e tante, tante altre gli ho già vissute, leggendo scritto da un altro persona, da un amico, mi sono commossa .
    Vorrei aggiungere che fra le difficoltà della mia vita ,nel mio paese e anche qui in Italia, come emigrata , sono stata fortunata di incontrare delle persone straordinariamente bravi , che mi sono stati vicini nei momenti particolari. Vuol dire molto. Mi bastava un parole, un sorriso, un saluto, una semplicità, umiltà di un amico, o amica… e anche se non mi poteva aiutare e già era tanto. Di nuovo mille grazie Claudio e con quel occasione vorrei ringraziare tutti i amici impegnati per l’organizzazione di quella serata ,come; Dalila, Ferrucio, Raffale e e tutti i partecipanti, che mi hanno onorata e sentire no solo per il libro bilingue scritto da me , ma anche un pò di storie del mio paese .

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