“Il soffio del vento, da Chernobyl a Caorso trent’anni dopo”, il video della presentazione a Castell’Arquato

La presentazione de “Il soffio del vento, da Chernobyl a Caorso trent’anni dopo” (Pontegobbo edizioni) domenica 22 ottobre a Castell’Arquato nel video (presente in Youtube) realizzato da Valter Sironi e Cinzia Paraboschi rispettivamente Presidente ed animatrice dell’Associazione Culturale Terre Piacentine. Oltre all’intervento dell’autore che prende spunto dal racconto che apre il libro, la storia del piccolo Luca quel 1° maggio di sole in ‘libera uscita’ col babbo mentre invisibile arriva la nube radioattiva, in evidenza la testimonianza di Diana Lucia Medri, nata in Bielorussia a circa 300 km da Chernobyl e Pripyat, con il padre tra i primi soccorritori alla centrale in fiamme defunto per tumore, malattia che ha poi colpito anche la madre trasformando Diana Lucia in una ‘bambina di Chernobyl’ (venuta in base a un programma di assistenza in Italia accolta da una famiglia per una breve permanenza di un mese, rimasta sola dopo la morte anche della nonna, ha ricevuto la proposta di essere adottata ed ha accettato). Da parte sua Dalila Ciavattini legge dal libro la testimonianza di Egor, bambino che quella notte con i genitori esce da casa per ammirare quel misterioso bagliore che illumina il cielo, tanti colori che sembrano danzare e lui ben presto capisce, si tratta di un drago che soffia il suo fuoco per accendere il buio. Ancora Dalila legge “La foresta rossa di Chernobyl“, poesia peraltro premiata a Cortemaggiore al concorso promosso da ‘Hostaria delle Immagini’ nel 2016. In conclusione l’assessore alla cultura, Tiziana Meneghelli che ringrazia in particolare Diana Lucia per il coraggio di testimoniare la propria dolorosa esperienza rompendo la cappa di silenzio che troppo spesso circonda le vicende (e gli incidenti) del nucleare.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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