Scriveva Elisabetta Pallavicini, nella pagina facebook della Biblioteca di Gragnano, che ogni incontro di presentazione del mio libro “aggiunge un tassello al complesso tema del nucleare“. A Rivergaro, venerdi 25, il tassello si evidenzia nella domanda fatta in conclusione della serata da una attenta partecipante: se il nucleare è il male, “che cosa fare?”.
Domanda terribile. Cosa fare mentre nel mondo continua a crescere il numero degli impianti in funzione? Una società che punta ad un benessere effimero che richiede sempre più energia a costi si fa per dire limitati ma con risultati immediati (nel senso che è più semplice puntare sui costi elevatissimi del nucleare piuttosto che sulla ricerca rispetto alle fonti energetiche alternative), ‘costi quel che costi’ in termini di possibili tragiche conseguenze.
Che cosa fare quando paesi emergenti come la Cina rispondono con il diritto all’inquinamento pur di andare nella direzione di uno sviluppo analogo a quello che già hanno perseguito le economie occidentali determinando incalcolabili danni all’ambiente? “Avete prima inquinato voi ed ora fate la morale ambientalista?”. Logica ineccepibile, per quanto aberrante.
Quindi cosa fare? Non resta che aspettare la prossima tragedia e se qualche decina di migliaia di persone dovrà morire o soffrire sarà un sacrificio necessario per il benessere di altri milioni degli ormai 7 miliardi di terrestri viventi.
Ragionamenti perversi che però spiegano gli incredibili ‘messaggi d’orientamento’ che abbiamo ascoltato proprio in questi giorni da parte della maggior parte dei telegiornali: 20 (dicansi venti, non una o due, venti) centrali nucleari francesi sono state fermate (per problemi di sicurezza) e i telegiornali italiani hanno fatto a gara per evidenziare che questo sicuramente determinerà un aumento della bolletta della luce per noi cittadini italiani.
Ma non sarebbe meglio chiedersi e informare sul perchè 20 impianti vengono fermati? Non sarebbe meglio chiedersi cosa fare? Magari illuminare di meno? Le nostre notti sono uno sfavillare d’illuminazione ovunque e di tutto. Vetrine di negozi di mobili, monumenti, stabilimenti chiusi, supermercati sbarrati, luminarie natalizie, alberi di Natale, acque di fiumi e di torrenti, ponti, fari puntati per illuminare il cielo a far spettacolo. E’ davvero necessario tutto questo?