“Il coraggio della signora maestra ovvero Storia partigiana di ordinario eroismo”, romanzo di Renzo Bistolfi, TEA editore

Una storia partigiana. 1944, Genova. Vittoria Barabino, giovane maestra, decide di sfollare con la figlia tra le colline per evitare i continui bombardamenti, mentre resta in città il marito. Troverà un contatto con una banda partigiana e, con la scusa di tornare periodicamente dal marito, diventa staffetta porta messaggi. Ma non solo: riesce ad evitare una rappresaglia nazifascista, un attentato contro un treno carico di passeggeri e, a quanto pare, un carico d’armi destinato ai partigiani. Un gesto eroico capace di salvare la vita a decine di ignari passeggeri, un gesto che, diciassette anni dopo, a Sestri Ponente, durante una celebrazione il vescovo riporta alla memoria elogiando pubblicamente Vittoria. E qui iniziano i guai: qualcuno non gradisce che quei fatti tornino alla luce, che Vittoria possa ricordare, rivelare che nella banda partigiana si nascondeva un traditore, un infiltrato che appunto aveva ‘passato’ la notizia del carico d’armi ai nazisti. La verità però è che Vittoria ignora chi fosse quell’infiltrato, non sa come difendersi e, a questo punto, riecco le simpatiche signorine Devoto, già protagoniste di un romanzo loro proprio (“I garbati maneggi delle signorine Devoto“), che indagano, osservano, deducono.  Un romanzo insomma dal tratto leggero, che si legge con facilità e gradevolezza.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.