“I Misteri della Cattedrale. Meraviglie nel labirinto del sapere”, a Piacenza dal 7 aprile

Piacenza, Cattedrale  di S. Maria Assunta e S. Giustina, 7 aprile – 7 luglio 2018.
Dopo il successo di Guercino a Piacenza, che ha visto nel 2017 oltre 100.000 persone salire all’interno della cupola per ammirare gli affreschi del famoso pittore seicentesco, il Duomo di Piacenza ritorna ad essere il fulcro della vita culturale piacentina. L’iniziativa, quasi n contemporanea con l’ascesa organizzata dalla Banca di Piacenza nella basilica di S. Maria di Campagna affrescata nel ‘500 dal Pordenone (4 marzo – 10 giugno). è promossa dalla Diocesi di Piacenza-Bobbio in collaborazione con la Fondazione di Piacenza e Vigevano, il Comune di Piacenza e l’Archivio di Stato di Piacenza, col sostegno della Regione Emilia-Romagna, della Camera di Commercio di Piacenza e di Crèdit Agricole. Essa comprende un nuovo allestimento del Museo della Cattedrale integrato in uno straordinario percorso permanente di salita che conduce fino alla cupola, stavolta interamente percorribile. Non solo, è apprestata anche una mostra documentaria straordinaria che fino a luglio, attraverso suggestivi documenti, mette in luce l’importanza rivestita nel Medioevo da Piacenza quale vivace polo culturale e crocevia europeo.

IL PERCORSO DELLA MOSTRA

Kronos – Museo della Cattedrale si presenterà con un nuovo allestimento, con un ingresso autonomo da via Prevostura, che permetterà di accedere, per la prima volta, dai giardini sul retro delle absidi della Cattedrale. Ad accogliere i visitatori ci sarà la proiezione di un video che racconterà la storia del complesso vescovile piacentino dal IV sec. fino alla costruzione dell’attuale cattedrale. La sala delle sculture, quella degli argenti e quella delle suppellettili lignee faranno da introduzione alla piccola pinacoteca in cui saranno conservate alcune preziose pale d’altare, come I diecimila martiri crocifissi di Elisabetta Sirani, La Madonna dello Zitto di Giovanni Battista Tagliasacchi, Morte di San Francesco Saverio di Robert De Longe, il San Gerolamo e l’angelo di Guido Reni in dialogo con uno straordinario Achrome di Piero Manzoni della collezione MCM Mazzolini. Da qui, inizierà il percorso verso la cupola del Guercino.
Nell’anticamera delle sagrestie superiori, un video, con un’intervista a Valerio Massimo Manfredi, introdurrà alle cinque sezioni della mostra dei codici. 

La mostra è parzialmente allestita entro spazi segreti della cattedrale, una sorta di labirinto  medievale entro il quale allo sforzo concettuale del comprendere si aggiunge quello fisico di esplorare luoghi mirabili da secoli dimenticati, ora abitati da codici e documenti. Nell’anticamera delle sacrestie superiori, un’intervista a Valerio Massimo Manfredi, testimone d’eccezione dell’evento, introduce alle cinque sezioni della mostra. La prima tappa è nella sala dell’Archivio Storico Capitolare del Duomo che sormonta la cappella del battistero e che ospita la sezione musicale della mostra in cui è possibile ascoltare brani dal Codice 65 o Libro del Maestro. La visita alle restanti sezioni continua nelle sacrestie superiori; qui si potranno ammirare antichi manoscritti provenienti da alcuni dei principali archivi e biblioteche, locali e nazionali. Le cinque sezioni documentano, con testimoni notevoli, la storia civile e religiosa del territorio piacentino nel Medioevo: economia e società, cultura scolastica, liturgia, cultura del clero e fede, vita nella diocesi. Per la prima volta è riunito l’antico archivum, o ciò che ne resta, del Comune di Piacenza, distribuito fra l’Archivio Capitolare della basilica di S. Antonino, sede del libero comune del XII secolo, e l’Archivio di Stato di Piacenza. Così si espongono il Registrum Magnum del Comune (secc. XII-XIV), il Liber Dominici (secc. XIV-XVII), la concordia con il Barbarossa del 1162 e le testimonianze contro il podestà imperiale Arnaldo Barbavara. A illustrare la temperie culturale e religiosa nei secoli prima e dopo il Mille sono visibili: il Salterio di Angilberga (827 d.C.) della Biblioteca Comunale Passerini Landi e il testamento dell’imperatrice (copia del sec. XII) proveniente dall’Archivio di Stato di Parma, il Breve memorationis dell’abate Wala di S. Colombano (Archivio di Stato di Torino), i Sermones de tempore et de sanctis di Folco Scotti dalla Biblioteca Nazionale Braidense, la cronaca del sec. XIV di Martin Polono (Veneranda Biblioteca Ambrosiana), il frammento poetico in volgare “O bella o bella Madonna” di S. Antonino (secc. XII-XIII) e vari codici liturgici dell’Archivio della Cattedrale. Questi ed altri documenti, provenienti anche dagli Archivi Diocesani di Piacenza e di Bobbio, fanno parte di un ricco catalogo, commentato da valenti studiosi del Medioevo piacentino, edito da Skira S.p.A. In un piccolo vano, prima di salire per la visita del Libro del Maestro, è riprodotto uno scriptorium dotato di tutti gli strumenti che i monaci utilizzavano per la produzione dei codici e un video racconta le principali fasi di lavorazione, dalla preparazione della pergamena alla rilegatura finale.

Orari:

Martedì, mercoledì, giovedì 9.00 – 20.00
Venerdì e sabato 9.00 – 23.00
Domenica e festivi 9.00 – 20.00
Lunedì chiuso

La biglietteria chiude un’ora prima dell’orario di chiusura.
L’ultima partenza accompagnata alla cupola partirà un’ora prima dell’orario di chiusura.
Coloro che sono in possesso del “biglietto completo” devono presentarsi due ore prima dell’orario chiusura

Aperture straordinarie
Nelle date del 25 aprile, 30 aprile, 1 maggio, 2 giugno e 4 luglio (festa di Sant’Antonino, patrono di Piacenza) la mostra osserverà l’orario festivo 9.00 – 20.00

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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