I castelli di Alberto Pasini a Mamiano di Traversetolo (PR), in mostra fino al 1° luglio

Castello di Gropparello nel piacentino, litografia di Alberto Pasini

Gradevolissima sorpresa a Mamiano di Traversetolo, visitando la mostra “Pasini e l’Oriente (luci e colori di terre lontane)”: la prima sala propone una serie di litografie che rappresentano castelli del piacentino, del parmense, della lunigiana.

Castello di Rivalta (presso Rivergaro, nel piacentino), litografia di Alberto Pasini

All’età di due anni l’artista, nato a Busseto, perse il padre Giuseppe, e la madre Adelaide Crotti Balestra lo portò a Parma, nella casa dello zio Antonio Pasini, pittore e collaboratore di Giovanni Bodoni. A 17 anni si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Parma, scegliendo la sezione paesaggio. Fu poi indirizzato alla litografia dal direttore dell’accademia, l’incisore Paolo Toschi. Tra i suoi primi lavori una serie di trenta litografie sui castelli del ducato di Parma e Piacenza (1850-51) che appunto possiamo ammirare fino al 1° luglio alla mostra dedicata al pittore proposta nella villa Magnani.

Castello di Momeliano nel piacentino, litografia di Alberto Pasini

Alberto prese parte alla prima guerra d’indipendenza come milite della colonna di Modena e questo lo costrinse a rifugiarsi nel 1851 a Parigi, dove fu indirizzato dal Toschi allo studio di Henriquel Dupont, che lo presentò al celebre acquarellista e incisore Eugène Cicéri. Nel 1854 passò nello studio di Théodore Chassériau, che valorizzò in lui la propensione per la pittura ad olio e lo iniziò all’orientalismo. Ma, di questo, parleremo in un post a seguire limitandoci per ora ai castelli e in particolare a quelli piacentini.

Castello di Mulazzo e torre di Dante (in Lunigiana), litografia di Alberto Pasini

 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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