Si era in quei brutti tempi
che il mondo era sottosopra
e gli uomini
una gabbia di matti;
che non si ragionava più
che invece di perdonarsi
volavano le sberle.
E si davano botte da orbi
inglesi
americani
i russi coi giapponesi
tedeschi e italiani.
Cattivi come api inferocite!
Che tempi!
Che mondo!
Che brutti ricordi!
Erano quindi giorni
che eravamo via.
Eravamo stati lontani
chè allora era di moda
prender su la compagnia
e andare a girare i monti.
Ed era una mattina.
C’eravamo in sette o otto.
Tirava un vento!
Pioveva a dirotto!
Battevamo i denti!
Venivamo giù nella mota
con l’acqua alle ginocchia.
Eppure
sentivamo niente.
Pensavamo al nostro Pianello
al nostro papà
alla nostra mamma
alla palla dorata
e un gran bel fuoco
che ci scaldasse nell’ossa!
E proprio in quel momento
vediamo
una vecchietta
che avrà avuto cent’anni.
Aveva in una mano
non so più se un falcetto
o una scopa
e tutta spaventata
ci viene incontro urlando:
– Hanno bombardato Pianello!
Pianello è andato a catafascio! –
A noi
sembrava che ci avessero dato
una bastonata,
il cuore
faceva i passi
a cento all’ora
le gambe ci tremavano
e venivamo giù di volata
in mezzo ai fossi
attraverso i campi
cadevamo a terra
ma nessuno si fermava
nessuno sentiva male
perché ci picchiava in testa
nel cervello
la voce della vecchietta:
– Hanno bombardato Pianello! –
E intanto che venivamo giù
col cuore in gola
ci venivano in mente delle cose
delle cose da far rizzare i capelli!
Vedevamo le madri piangere
le lagrime dei papà
sentivamo le urla delle ragazze
e le bombe che venivano giù!
Come patimmo
Signore
come patimmo!
Ma ecco finalmente
da una collina
vediamo qualcosa che luccica
contro sole:
– Sono fiamme! –
dice uno.
– Ma no cretino!
E’ la torre!
E’ la palla dorata! –
E allora ci mettemmo a correre
e ci venivano incontro
poco a poco
le nostre strade
le tegole arrugginite della nostra rocca
i nostri amici
le nostre morose.
E quando arrivammo a casa
che era ancora tutta intera
appena ce li vedemmo davanti
un gran bacio alla mamma
un gran bacio al papà
e poi
scoppiammo a piangere.