“Grido d’amore”, lirica di Catherine LaRose, poeta in Roma

Olio su supporto telato di Gianbattista Gambaro

Con quanto coraggio la notte
osa intimorire senza pietà
il nostro ancorato abbraccio


Dimora alla penombra insonne
di un’alcova eterno

Timida luce
appesa alla parete intanto
ci consuma lentamente i respiri

A nudo le nostre anime s’intrecciano
il peso dell’abbandono
diventa pulpito

E siamo in grazia pittoresca
senza testimoni
né specchi e Santi
che ci sollevano
dal celestiale rito dell’Amore

E mi abbevero di te
dalla tua bocca
del tuo respiro divino
appeso ad un filo
al limite della liberazione

Mentre grido
sotto le unghie
ad affondare le radici
in insulina pozione
quanto t’Amo

Siamo ormai sogno
posseduto
dalla realtà
d’Amore e Psiche
per l’eternità

In questo struggente
caravaggesco grido
d’Amore

 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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