"Giorgiana Masi, Ponte Garibaldi, Roma, 12 maggio 1977, il tuo volto nel catrame" [ versi in lacrime, 1977-78 ]

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[ http://it.wikipedia.org/wiki/Giorgiana_Masi ]

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Giorgiana un’ora d’amore

la corsa affannata

il tuo sorriso stupito

ma no non è vero

il tuo volto nel catrame

sul lungo Tevere affollato.

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Giorgiana una lapide

un grazie a chi ha sparato

e a chi non ha condannato

nella nostra democrazia

sempre in rima con polizia.

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Poliziotto in borghese armato

duranti gli scontri finiti con la morte di Giorgiana Masi

[ http://www.fisicamente.net/index-359.htm ]

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Il 12 maggio1977, terzo anniversario del referendum sul divorzio, i Radicali indissero un sit-in in Piazza Navona.

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Nelle strade erano presenti centinaia di membri delle forze dell’ordine in assetto antisommossa, coadiuvati da agenti in borghese. Nella giornata scoppiarono diversi incidenti, con lancio di bombe incendiarie e colpi d’arma da fuoco.

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Nei giorni successivi diverse persone, tra i quali Marco Pannella, sottolinearono nelle loro dichiarazioni la presenza di agenti in borghese nascosti tra i dimostranti.

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Nel tardo pomeriggio, tra le ore 19 e le ore 20, due ragazze e un carabiniere furono raggiunti da proiettili esplosi da Ponte Garibaldi e da altre direzioni: primo a essere colpito, dopo le 19, il carabiniere Francesco Ruggeri ferito alla mano; verso le 20 vengono colpite Giorgiana Masi, 19 anni, alla schiena da un proiettile calibro 22, deceduta durante il trasporto in ospedale, e Elena Ascione, ferita a una gamba.

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Lo Sceriffo rispolvera i canini e la fondina con la vecchia Colt

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Francesco Cossiga, nel 1977 ministro dell’Interno, invita Maroni ad usare infiltrati e pugno duro contro gli studenti del 2008

 

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Dal “Quotidiano Nazionale” del 23/10/2008
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Intervista a Cossiga
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“Bisogna fermarli: anche il terrorismo partì dagli atenei”
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di Andrea Cangini
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D – Presidente Cossiga, pensa che minacciando l’uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?
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R – Dipende, se ritiene d’essere il Presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché l’Italia è uno Stato debole, e all’opposizione non c’è il granitico PCI ma l’evanescente PD, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia.
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D – Quali fatti dovrebbero seguire?
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R – Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero Ministro dell’interno.
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D – Ossia?
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R – In primo luogo, lasciar perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito…
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D – Gli universitari, invece?
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R – Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città.
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Cossiga in un disegno di Forattini

[ georgiamada.splinder.com/archive/2007-01 ]

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D – Dopo di che?
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R – Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri.
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D – Nel senso che…
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R – Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano.
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D – Anche i docenti?
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R – Soprattutto i docenti.
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D – Presidente, il suo è un paradosso, no?
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R – Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!
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D – E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? In Italia torna il fascismo, direbbero.
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R – Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l’incendio.
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D – Quale incendio?
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R – Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale.
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D – E’ dunque possibile che la storia si ripeta? 
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R – Non è possibile, è probabile. Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo.
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D – Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.
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R – Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama…
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D – Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente…
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R – Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all’inizio della contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com’era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro. La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla… Ma oggi c`è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente.

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Giorgiana Masi fotografata da Tano D’Amico

georgiamada.splinder.com/archive/2007-01 ]

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Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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