"Fuga alle stelle" (poesie da un altro altrove, 1975-76 [6 ])

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Fuga disperata dal pianeta esploso,

viaggio obbligato verso una mèta ignota,

amare lacrime per lontani ricordi,

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visioni di vuoti pianeti morti nel tempo,

mostri immani dalle fauci orrende,

lento vagare da una stella all’altra,

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improvvise speranze subito perse nel nulla,

società impossibili, misteri incomprensibili,

la discesa degli Dei tra gli esseri alati,

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pianeti abbandonati e pianeti mai vissuti,

continuo vagabondare alla ricerca d’una chimera,

scrutare ansiosi nel vuoto senza fine

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ed alfine i motori si spengono,

torna sovrano il silenzio,

l’ultima tomba è scavata,

l’ultimo corpo non avrà mai Terra.

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Anno dell’anima interiore 2085 d.c., tempo ad esaurimento

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Continua il vagare nello spazio dei superstiti della follia umana. La bomba finale ha segnato la fine della pazzia, la Terra è ridotta a silenzio e polvere che copre le vestigia di grandezze rese inutili dai Signori delle Guerre.

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Nello spazio i pochi sopravvissuti che hanno potuto accedere alle astronavi, vagano alla ricerca di un futuro ma, lontano dal pianeta madre, nessuno è disposto ad accogliere i naufraghi del destino.

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Per l’umanità cala il silenzio.

Sulla Terra devastata.

Nello spazio.

Nessuna speranza.

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Avevo 21 anni, nel 1975, e molte incertezze in un futuro tutto da definire.

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Finito a settembre il servizio militare, entrava nel vivo la storia d’amore con Mina, rifiutavo l’impiego da ragioniere alla SIP (l’allora impresa telefonica pubblica) e iniziavo gli studi all’Università. Scoprivo ed iniziavo a leggere la “Storia d’Italia” di Indro Montanelli e le sue verità: alla base di tutti i conflitti ci stanno questioni di sesso, di potere, di avidità, di interesse individuale che prevale e viene imposto ai più.

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Il mio? Era un futuro tutto da definire e da vivere, insomma.

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Con una certezza: la vocazione alla guerra, alla discriminazione, all’ingiustizia, allora come oggi, non ci avrebbe portato da nessuna parte e, alla lunga, mi avrebbe negato quel futuro che volevo costruire.

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Ed io, già allora d’aspirazione poetante, ammonivo con le mie vacue visioni di castelli fatati che poteva esistere un presente di pace, senza missili a testata nucleare, senza carrarmati oltre confine, per un futuro garantito sicuro.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Una risposta a “"Fuga alle stelle" (poesie da un altro altrove, 1975-76 [6 ])”

  1. Sai cosa ho pensato dopo aver letto la tua visione apocalittica del nostro futuro: Ben venga il silenzio sulla Terra… possa la polvere coprire tutto il nostro operato…possa la Terra compiere il suo destino ma rimanga in noi la speranza di ritrovare tra la polvere morta il granello di Luce che rischiari le Ombre. T’abbraccio caro Conte, prima che sia troppo tardi 😉

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