Il mecenatismo della Banca di Piacenza è ormai noto e anche in questo caso ci delizia con alcune opere del Maestro Francesco Ghittoni e con una serie di disegni di recente acquisizione al patrimonio dell’istituto di credito evitandone così la dispersione.
E, possiamo dire, per fortuna c’è la banca, attivissima nel campo della cultura e dell’arte, tanto da ‘coprire’ l’inattività delle amministrazioni comunali piacentine: si trattasse di centrosinistra ovvero di centrodestra, l’importante negli ultimi anni pare sia stata proprio la logica di tagliare le iniziative culturali arrivando addirittura a rendere necessarie per mancanza di fondi adeguati qualche chiusura estemporanea della Galleria d’arte Ricci Oddi.
Nato a Rizzolo (Pc) nel 1855, ha frequentato l’istituto d’arte Gazzola caratterizzandosi come pittore realista. Tra i suoi soggetti preferiti lla vita dei lavoratori rurali, ma anche ritratti, soggetti sacri e, in età avanzata, paesaggi.
La mostra, va ricordato, è organizzata in contemporanea ad altra mostra con opere di Luigi Miradori detto il Genovesino (sempre nella stessa location di Palazzo Galli) e con la salita alla cupola di Santa Maria di Campagna dove si possono ammirare letteralmente ad un palmo di naso i dipinti del Pordenone. Iniziativa sicuramente encomiabile ma con una domanda inevitabile: perché non prevedere accessi (e biglietti) separati?