Mentre, seduto al tavolo nell’agriturismo che ti hanno riservato, guardi i tanti ragazzi giovani che brindano agli sposi, a Edoardo, tuo figlio, e Daniela, pensi che al Giro della Vita sei al traguardo di una faticosa tappa di montagna.
Una delle tante tappe: alle spalle quella di quando lo sposo era Fabrizio, il tuo primo figlio, quella ancora più ripida e in salita della sua partenza per Londra, quelle tutte pianeggianti che ti hanno portato due nipoti con la prima che ti chiama nonno mentre la seconda è ancora troppo piccola anche solo per riconoscerti.
Il Giro della Vita e ti viene da pensare alle tappe legate al lavoro dei tuoi due ragazzi: li hai sostenuti perchè potessero trovare prima di tutto realizzazione di quello in cui credono e sono state tappe durissime, piene di insidie, di difficoltà, che li ha costretti al massimo dell’impegno senza mai dover sottostare, in nome della coerenza e talvolta della libertà (intellettuale), a scorciatoie che prescindessero dalle loro capacità.
Oggi Edoardo sta entrando nel magico mondo dei fumetti, ma quanto sudare. Per anni. Ricordando che lungo il percorso non sono mancate forature delle gomme, brutte cadute, curve sbagliate e nei momenti più neri, ecco il sostegno di Daniela, da domenica 24 giugno sua compagna lungo il percorso della vita.
Ecco, mentre volava il solito riso che gli amici di sempre, da Luca a Pietro in particolare, avevano preparato esagerando e senza pietà, mentre si passava al solito taglio della cravatta (ovviamente sostituita) quando la festa volgeva al termine e dei sessanta convitati ne restavano meno d’una decina, beh, lo confesso, ho pensato di essere riuscito, con Dalila, a far crescere i nostri due ragazzi, Fabrizio ed Edoardo, secondo valori dei quali non dovranno mai vergognarsi e che alla fine comunque li ricompenseranno. Senza regali e senza ricevere nulla (appartamenti vista colosseo, orologi di gran marca ed altra mercanzia di super lusso) ‘a loro insaputa’.
Coerenza, rispetto degli altri, professionalità, dignità.
Domenica scorsa, dicevo, nel municipio di Bettola Edoardo e Daniela si sono uniti in matrimonio. Una giornata e una scelta e una festa, tutto emozionante. Un’emozione della quale, come padre, ringrazio il mio bambino, quello piccolo, con la sua compagna che ora posso chiamare Daniela, mia nuova nuora.
E oggi? Dicevo del Giro della Vita, un pò come il Giro d’Italia.
Campioni che tappa dopo tappa sono diventati leggenda, come Coppi, Bartali, Gimondi, Pantani. Campioni che, finiti i tempi della gloria, riempita la bacheca di casa di trofei conquistati, sanno farsi gregari, sostenere altri, giovani, e con la loro esperienza, portarli fino al traguardo, vederli campioni a loro volta, per tagliare per primi il traguardo come, sempre domenica, hanno fatto appunto Edoardo e Daniela su una durissima, faticosa ma meravigliosa tappa di montagna.
Con qualche piccolo aneddoto: lei, Daniela, è figlia di Sandro. Siamo stati compagni di scuola negli ultimi due anni alle superiori, ai banchi dei poli opposti dell’aula, lui rampante giocatore sui campi da rugby, io socialmente impegnato per una società giusta e solidale, poi ognuno per la sua strada, non ci siamo più incontrati per un buon 42 anni circa. Chi avrebbe mai detto che i rispettivi figli ci avrebbero portati in quell’agriturismo nei pressi di Vigolzone allo stesso tavolo (quello dei genitori, appunto) imbandito tra lustrini, confetti, bolle di sapone e salatini oltre agli immancabili tortellini?