“Diamanti di cielo”, lirica di Giuseppe Diodati, poeta in Pescara

Che poi la pioggia
Lurida e malvagia la pioggia
Quella che incide il vetro
Che il tergicristalli scompone.

E Genova nel mese di agosto
Ha trappole sotto l’asfalto
Che polvere di luce
Polvere di luce frantuma

E una sirena nel porto che grida
Mentre cade la vita nel pozzo del mondo
E l’ombra della luce di un fulmine
Esclude un romanzo d’amore.

E cadi in un boato assordante
Cadi nel vuoto di un giorno
E tutto è uno sguardo di dolore
Oltre le navi, oltre il mare.

E Genova nel mese d’agosto
Tra le gambe fradice di un ponte
E vite come diamanti di luce
Da un fulmine portate nel cielo.

Genova boato e silenzio
Come la preghiera di un cieco
Come la preghiera di un cieco
Con un boato assordante
Silenzio.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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