Dalla pop art alla gustosa cucina: la magia di Mamiano di Traversetolo, cronaca di un appuntamento fisso

Ciascuno di noi ha diritto ad un luogo che rappresenti serenità. Un’oasi verde nel deserto (della vita) nel quale periodicamente ritornare per istanti di riposo dell’anima. Quel luogo, o almeno uno di quei luoghi, per quanto mi riguarda, si chiama Mamiano di Traversetolo, provincia di Parma.

Certo non sono tutte rose, non mancano le spine. Bisogna arrivarci: autostrada, tangenziale, strada provinciale ex statale. Per fortuna ora io e Dalila grazie a Google maps siamo presi per mano e condotti alla mèta con tranquillità: per anni non ci siamo fatti mancare un’uscita dalla tangenziale sbagliata, un bivio fallito, una parallela ingannatrice. Per tacere dei tanti improvvisi limiti di velocità. 90 all’ora poi 40, a tratti 70, in piena pianura forse per quelle tre case, 50 all’ora. Anche all’appuntamento di primavera, sfuggito alla vista uno degli innumerevoli cartelli col limite, non siamo sfuggiti al lettore di velocità e, dopo un paio di settimane, ecco nella cassetta postale di casa quella busta verde che non perdona. Maledetti parmigiani!

La Villa dei Capolavori: interno

Di massima gli appuntamenti sono due all’anno, a primavera e in inverno. Per innanzitutto l’appuntamento con la Villa dei Capolavori, la Fondazione Magnani Rocca, che organizza regolarmente due mostre all’anno.

La mostra sulla pop art americana: chiude il 9 dicembre

In questo caso l’appuntamento è stato con l’arte di Roy Lichtenstein, maestro della pop art americana ma soprattutto con la magica atmosfera del parco della Villa dove, nonostante il tempo brumoso, non è mancato l’incontro con i colori sgargiandi di un pavone vanitoso.

La Villa dei Capolavori: il parco nella giornata brumosa, sabato 24 novembre 2018

Infine, dato che la serenità impone un momento con le gambe sotto il tavolo, eccoci a Bannone, al ristorante La Vecchia Fucina. All’esterno le insegne bar e tabacchi, per poi entrare in un ambiente con un’atmosfera che non può non incantarti. Insomma, un insieme d’arte e di cucina, cosa desiderare di più?

Ristorante La Vecchia Fucina, Bannone: Trifolini tartufati al nero di Fragno, da leccarsi i baffi

Trifolini tartufati al nero di Fragno, gnocchi di patate al tartufo, Savarin di tagliatelle con crudo di Parma e nero di Fragno, Battuta di frassona con tartufo nero e parmigiano, filetto di Black Angus, per tacer dei dolci. Senza parole, il silenzio c’avvolge, tintinnano le forchette, par d’essere in convento.

Ristorante La Vecchia Fucina, Bannone: Battuta di frassona con tartufo nero e parmigiano

Resta ancora qualcosa da aggiungere? Certo: arrivederci a primavera! A marzo la Villa riaprirà con la mostra su De Chirico e chi potrà mai mancare? Senza dimenticar, Bannone aspettaci tu!

Ristorante La Vecchia Fucina, Bannone

 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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