Ciascuno di noi ha diritto ad un luogo che rappresenti serenità. Un’oasi verde nel deserto (della vita) nel quale periodicamente ritornare per istanti di riposo dell’anima. Quel luogo, o almeno uno di quei luoghi, per quanto mi riguarda, si chiama Mamiano di Traversetolo, provincia di Parma.
Certo non sono tutte rose, non mancano le spine. Bisogna arrivarci: autostrada, tangenziale, strada provinciale ex statale. Per fortuna ora io e Dalila grazie a Google maps siamo presi per mano e condotti alla mèta con tranquillità: per anni non ci siamo fatti mancare un’uscita dalla tangenziale sbagliata, un bivio fallito, una parallela ingannatrice. Per tacere dei tanti improvvisi limiti di velocità. 90 all’ora poi 40, a tratti 70, in piena pianura forse per quelle tre case, 50 all’ora. Anche all’appuntamento di primavera, sfuggito alla vista uno degli innumerevoli cartelli col limite, non siamo sfuggiti al lettore di velocità e, dopo un paio di settimane, ecco nella cassetta postale di casa quella busta verde che non perdona. Maledetti parmigiani!
Di massima gli appuntamenti sono due all’anno, a primavera e in inverno. Per innanzitutto l’appuntamento con la Villa dei Capolavori, la Fondazione Magnani Rocca, che organizza regolarmente due mostre all’anno.
In questo caso l’appuntamento è stato con l’arte di Roy Lichtenstein, maestro della pop art americana ma soprattutto con la magica atmosfera del parco della Villa dove, nonostante il tempo brumoso, non è mancato l’incontro con i colori sgargiandi di un pavone vanitoso.
Infine, dato che la serenità impone un momento con le gambe sotto il tavolo, eccoci a Bannone, al ristorante La Vecchia Fucina. All’esterno le insegne bar e tabacchi, per poi entrare in un ambiente con un’atmosfera che non può non incantarti. Insomma, un insieme d’arte e di cucina, cosa desiderare di più?
Trifolini tartufati al nero di Fragno, gnocchi di patate al tartufo, Savarin di tagliatelle con crudo di Parma e nero di Fragno, Battuta di frassona con tartufo nero e parmigiano, filetto di Black Angus, per tacer dei dolci. Senza parole, il silenzio c’avvolge, tintinnano le forchette, par d’essere in convento.
Resta ancora qualcosa da aggiungere? Certo: arrivederci a primavera! A marzo la Villa riaprirà con la mostra su De Chirico e chi potrà mai mancare? Senza dimenticar, Bannone aspettaci tu!
Dalla pop art alla pap art