Alla Rovere Grande di Pieve di Montarsola, tra druidi e monaci seduti a meditare

16 - 12Pieve di Montarsola, lungo la strada che porta al Passo del Brallo, una laterale alla statale 45 che da Piacenza attraversando l’Appennino sale sale per poi scendere fino al mare di Genova. D’un tratto incontri il passato remoto. La Rovere Grande.

16 - 18Una pianta che rifiuta la logica della sopravvivenza limitata alla fase dello sfruttamento da parte dell’uomo. Un rifiuto che probabilmente qui, tra la poesia delle foreste e dei boschi dei monti, è possibile. Purtroppo non in pianura, dove il progresso industriale non conosce pietà per gli alberi secolari, ormai inutili.

16 - 20In verità anche la rovere non è propriamente all’apice della salute: da quanti secoli svetta al centro del bosco? Tanti ed ora può a buona ragione vantare il diritto alla stanchezza. Peraltro colpita da un fulmine resta ormai in piedi solo grazie alle funi che la sorreggono tenendola immobile. Le ferite ci sono e sono ben evidenti. Eppur non cade. Resta come un santuario, un tempio che racconta (a chi sa leggere e ascoltare) di tempi lontani.

16 - 23Fin dalle origini, furono i boschi i primi luoghi del culto. Nella foresta risiedevano gli dei. Scriveva Plinio il Vecchio: “Non meno che le statue divine dove splendono oro e avorio, adoriamo i boschi sacri e, in questi boschi, il silenzio”; e ancora, come recita un’antica preghiera lituana rilanciando il medesimo concetto: gli alberi sono un dono. “Non permettere che io tagli alcun albero senza una sacra necessità… Concedimi di piantare sempre alberi, perché gli Dei guardano con benevolenza coloro che piantano alberi lungo le strade, in casa, nei luoghi sacri, agli incroci…”.

16 - 22In tutto il pianeta, la sacralizzazione delle foreste fu all’origine di molte civiltà. L’albero, immagine di rinascita e promessa di immortalità, fu un simbolo universale, trasversale al tempo e allo spazio. “Nel più lontano passato, molto prima che l’uomo facesse la sua comparsa sulla terra, un albero gigantesco s’innalzava fino al cielo. Fonte di ogni vita, l’albero dava riparo e nutrimento a migliaia di esseri. Tra le sue radici strisciavano i serpenti, gli uccelli si posavano sui suoi rami. Anche gli dei lo sceglievano per soggiornarvi”.

16 - 10Nelle foreste meditavano i druidi, sacerdoti dei popoli d’origine celtica e l’area della Rovere Grande non è escluso li vedesse passeggiare, seduti qua e là sotto gli alberi, immersi nella contemplazione o nella divinazione. Secoli dopo nelle foreste sorsero i monasteri. Nel VI secolo, in Irlanda, San Colombano costruì il suo primo convento in una radura consacrata agli dei e, a settantanni compiuti, venne incaricato di realizzare proprio in Val Trebbia il monastero di Bobbio, sovrapponendo la cultura cattolica al paganesimo dei residenti d’origine celtica.
16 - 14La pieve di Montarsola sorse nel IX secolo come dipendenza del monastero bobbiese divenendo in seguito oratorio dedicato a San Giacomo e infine santuario dedicato alla Beata Vergine della Guardia ma, ne sono certo, nel bosco del Parco Roverella dove si trova la Rovere Grande, davanti ai miei occhi sono apparsi quegli uomini con lunghi bianchi capelli e barba grigia intenti nella conversazione ad un gruppo di giovani ragazzetti seduti in cerchio: stavano trasmettendo del sapere sacro e profano, uno dei compiti dei sacerdoti, i druidi. Ed io, in silenzio, nonostante lo sguardo severo dei due monaci poco distanti, mi sono seduto nel cerchio, ad ascoltare.
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Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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