A volte ritornano (i ricordi): The Strand, Sumerset House, Coultard Art Gallery, Covent Garden. Londra, maggio 2013

Camminando lungo the Strand ecco Sumerset House. Nel cortile tanti getti d’acqua a livello pavimento e i bambini fanno a gara a correre tra i getti. Così come a piazzale Velleia, nella mia Piacenza. A tutte le latitudini l’acqua è sempre acqua. Qui è water ma è la stessa cosa. 

 

Biglietteria Becomin Picasso e Coulthard Art Gallery si parla italiano. Un vero piacere. Anche il catalogo è in versione italiana. A Londra raro ma succede. Al bookshop anche un volumetto sulla storia di Little Italy londinese. Solo in inglese.

 

Fatto anomalo. Si può fotografare alla Coultard. Mai visto in Italia. Solo attenzione, niente flasch che danneggiano i quadri. Vigilanti in elegante completo blu vigilano (essendo vigilanti non possono far altro, del resto).

 

Wellington street, In pochi metri “strada cucina italiana”, “bella Italia”, “Polpette italian kitchen” e diversi altri ancora. Con tavolini fuori. Pieni. Gli inglesi bevono birra (Peroni), le fanciulle aranciata e bicchieroni di vino rosso. Poi in genere fanno le oche. Gira la testa, gira l’asfalto e inevitabilmente stanno male.

 

Buona la pizza da strada. Buden piemontese adattato alla bisogna inglese. Tutto italian style ma camerieri inglesi inutile ogni tentativo di approccio in italiano. Non male il caffè macchiato. Bagni puliti. Conto salatino.

 

Mercato piazza Covent Garden. Artisti di strada e decine di bambini seduti d’attorno. Spontanei o pagati dal Council? Misteri inglesi.

 

Negozi da siùr con molti gioielli, banchi vintage di tutto un po’. Nella laterale romba una Lamborghini gialla. Sotto i portici due ragazzi di strada, capelli lunghi, odore di circostanza, zaini e comode ciabatte.Uno beve una bottiglietta mineral water (gas) e finita la getta a terra. Tutto il mondo è paese. Chi fa il barbone, lo è sempre e soltanto, ovunque nel globo terraqueo. Nessuno ha da insegnare nulla a nessuno.

 

Molte inglesine portano mini ridotte ai minimi termini. Poi, con pudore, le tirano ora ai lati ora dietro per abbassarle. Quel tanto che basata pensando di far salvo un minimo discutibilmente invisibile presente senso del pudore. Inevitabile soddisfazione per gli occhi che hanno avuto indiscutibile beneficio e ampiamente la loro dose di buona parte di felicità.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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