“Le belle Cece”, romanzo di Andrea Vitali, Garzanti editore

Andrea Vitali, medico di medicina generale oggi felicemente pensionato, confessava che spesso erano i suoi pazienti ad ispirare i suoi libri, spezzoni di storie passate della gente di Bellano, un tranquillo paese assiso sulla costa del lago di Como. Con l’immancabile stazione dei Carabinieri, il segretario della locale sezione del Partito Fascista, il parroco e, in questa storia che ci riporta agli anni trenta, Eudilio Malversati, ispettore di produzione del cotonificio locale. Siamo nel maggio del 1936, l’Italia ha appena conquistato il suo ‘posto al sole’ in Etiopia, Fulvio Semola, segretario bellanese del Partito, prepara una grande celebrazione ma attenzione. Nella notte il Malversati viene aggredito e contemporaneamente … spariscono le mutande della moglie! Un paio il Malversati lo ritrova nella tasca della propria giacca. Chi ce l’ha messo? E gli altri dove sono spariti? Occorre indagare ma non certo affidando il compito ai Carabinieri. Si incarica il Semola, che risolva alla svelta e senza lasciare tracce per non far cadere il ridicolo sulla famiglia Malversati. Pena la fine della carriera politica (un altro segretario lo si trova alla svelta e senza difficoltà). Un romanzo godereccio che la dice lunga sui piaceri e sui peccati che avvengono all’ombra della tranquilla provincia dove nulla sembra succedere e che invece dietro ai suoi portoni nasconde una gran voglia di vivere. Insomma, ci racconta Vitali, chi sta lassù al potere conquista l’impero ma quel che invece realizza la vita degli uomini (e delle donne) semplici le battaglie che riempono la vita avvengono altrove, magari nel talamo, talvolta col marito ufficiale e talaltra invece fuor di ufficialità, col “soldato” semplice. Morale deboluccia ma Vitali sa raccontare con leggerezza, divertendo, tantoché le sue pagine volano via una dietro l’altra come un bicchier di menta al solleone d’estate.

Il porto di Bellano con una tipica imbarcazione

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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